Brescia. Con il Covid non ci sono più volontari? Ecco come ho fatto il “volontario a distanza”

Secondo i dati dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, il volontariato sociale, da dicembre 2019 ad aprile 2021 ha subito un forte calo di partecipazione dal 44% al 24%.

Con l’arrivo del coronavirus sono state inevitabilmente interrotte molte azioni quotidiane “virtuose” e di “partecipazione sociale” che comportavano incontri e relazioni con il prossimo, a risentirne purtroppo è stato anche il volontariato.

Secondo i dati dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, riportati da Repubblica, il volontariato sociale, da dicembre 2019 ad aprile 2021, sembra infatti, aver subito un forte calo di partecipazione dal 44% al 24%.

E se le regole di contrasto al coronavirus impongono distanziamento e nelle situazioni in cui il picco di contagi sia eccessivamente elevato anche l’isolamento, a sopperire all’impossibilità di esercitare l’attività di volontariato “in presenza”,  ci pensa la tecnologia, come spiega una volontaria di Villa Capitanio, struttura di accoglienza mamma – bambino di Ai.Bi., composta da appartamenti di alta autonomia e di mini-appartamenti per studentesse universitarie che entrano a far parte del progetto e fruiscono di un affitto calmierato in qualità di punto di riferimento per gli ospiti della struttura.

Riportiamo di seguito la sua bella testimonianza

Ho iniziato il mio volontariato a Villa Capitano preparando e allestendo la casa.

Intanto che si puliva e si arredava l’alloggio, immaginavo le mamme con i loro bambini nelle stanze colorate, nella sala giochi piena di tante cose donate.

Fin da subito, dopo il loro arrivo, è nato un rapporto speciale, anche perché dove ci sono i bambini c’è gioia e allegria e tutto è più facile.

Aiutavo le mamme portandole a fare la spesa, tenendo i bambini mentre loro erano impegnate nelle commissioni, partecipando a merende e pranzi insieme; per un certo periodo ho accompagnato una bambina in uno studio dentistico lontano dalla loro casa, creando un rapporto di fiducia con la sua mamma.

Con l’arrivo della pandemia, però, si sono dovuti sospendere i contatti fisici, perciò anche il modo di fare volontariato ha preso una piega diversa: non ci si poteva più incontrare, e tutte le attività ricreative per bambini e mamme insieme ai volontari sono state sospese.

Questa mancanza ha pesato anche su di me come volontaria, in quanto passare del tempo con loro e sapere di essere in qualche modo utile faceva bene anche a me.

 “Abbiamo dovuto fare volontariato a distanza…”

Fortunatamente esiste la tecnologia e così sono sempre rimasta in contatto con l’educatrice che le segue (che è sempre stata presente e ha fatto ciò che noi volontari non potevamo): bastava un messaggio che dicesse cosa serviva e la macchina del volontariato si metteva subito in movimento. Abbiamo dovuto fare quindi “volontariato a distanza”, ad esempio mandando doni e cercando di non fare mancare niente anche durante le festività e i compleanni, provando a fare arrivare lo stesso affetto di quando ci si incontrava.

Mi manca molto abbracciare le mamme e tenere in braccio i piccoli, ma continuerò a supportare Villa Capitanio anche a distanza, sperando di tornare in fretta alla realtà di prima per poter festeggiare insieme a loro la fine di questo periodo buio.

“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore” Madre Teresa di Calcutta

 L.F.