Caccia all’audience senza scrupoli: se rispondi alle domande del telequiz, vinci un bambino abbandonato!

pakistanCi mancava solo questo. Mettere in palio un neonato come se fosse una macchina sportiva, una vacanza esotica, un assegno milionario… L’ultima spregiudicata caccia all’audience senza scrupoli se l’è inventata una star della tv pakistana. Aamir Liaquat Hussain è un’istrionica via di mezzo fra un divo e sex-symbol mediorientale e un teleguaritore. Adorato dalle famiglie, seguitissimo con il suo programma di quiz in diretta, sul canale Geo, è in video ininterrottamente per 7 ore al giorno, durante tutto il mese del Ramadan.

Per far impennare gli ascolti e dare una scossa alla routine del suo programma, ha pensato bene di chiedere aiuto alla Chhipa Welfare Association, una ong attiva in Pakistan che si occupa di bambini abbandonati, e di farsi dare un premio davvero esclusivo per chi avesse risposto, senza errori, alla sua raffica di domande sul Corano: un bel bebè fresco di ritrovamento!

“Le malelingue non mi interessano”, ha detto per chiudere subito la bocca alle polemiche. “L’obiettivo del mio programma è nobile: voglio contribuire a riunificare questa nazione fratturata, dilaniata dalla violenza, dall’intolleranza e dal terrorismo”.

Il risvolto pratico di questo proclama  – dettato dalle aspirazioni di un re dell’entertainment, il cui stipendio tocca i 30mila dollari al mese – è stata la consegna, in diretta tv, di una bambina in fasce a una coppia di sbalorditi concorrenti.

L’effetto shock era rigorosamente studiato. Ai microfoni di Amaan Ramzan (così s’intitola il programma, che significa “Ramadan, pieno di grazia”), sconvolto fino alle lacrime, Riz-ud-din, il marito della coppia, ha spiegato che da 14 mesi lui e sua moglie provavano ad avere un figlio senza risultato e che, contro le pressioni di chi lo esortava a un secondo matrimonio “fertile”, lui aveva preferito aspettare e sperare.

E la speranza è stata ripagata, carramba che sorpresa! Ecco risolto dal “grande fratello”, davanti a milioni di telespettatori con i fazzoletti in mano, il desiderio di diventare genitori. Potenza del piccolo schermo…

La gara al sensazionalismo a cui ci ha abituato, negli anni, la tv dei reality rompe l’ultimo tabù.  Travestito da buonismo, l’ottimo fine di “salvare dalla strada un bambino” si traduce, di fatto, nella sua più bieca mercificazione. E il più naturale e umano dei sentimenti, il desiderio di maternità e paternità, viene strumentalizzato per entrare nel guinness dei primati degli ascolti.

Contrabbando emotivo, pietismo spacciato per impegno, con tanto di happy end edificante.

Il presidente della Chhipa Welfare Association ha cercato di spiegarsi/giustificarsi: la coppia di vincitori era già iscritta al progetto della ong e aveva già partecipato ad alcuni colloqui obbligatori per rientrare nella lista di aspiranti genitori adottivi. L’unico accordo preso con la tv, per salvaguardare il colpo di scena, è stato di non mettere al corrente i due concorrenti dell’arrivo del bebè-premio in diretta.

“Troviamo queste piccole creature negli angoli delle strade, nei cesti dell’immondizia, alcuni morti, altri con il corpicino devastato dai morsi degli animali randagi, anche quindici neonati al mese”, ha raccontato. “Perché impedire che qualcuno provi a regalare loro un futuro diverso?”

Ribaltiamo la domanda: si aiutano così i bambini? Sbagliano le ong serie, che lavorano anni, mettendo in campo psicologi e operatori sociali, energie e ricerche approfondite, per cercare di trovare la soluzione migliore per ogni singolo bambino? E le tante coppie in attesa, che sognano di diventare genitori e di poter abbracciare un giorno un figlio, che cosa pensano di questa specie di roulette russa dell’adozione, un lascia e raddoppia che gioca con i sentimenti più profondi?

E voi cosa ne pensate?

Il programma di quiz “Amaan Ramzan” ha messo in palio, come superpremio finale, un neonato. Secondo voi il fine giustifica i mezzi? [poll id=”54″]

Fonte: La Stampa