Christian, figlio adottivo di 18 anni verso Olimpiadi 2016: tornare da campione nel Paese che ti aveva abbandonato

«All’improvviso il telefono di mio padre squilla. Lui ascolta, risponde, riattacca e mi dice: devi inviare subito il tuo curriculum sportivo in Brasile».

E da quel momento tutto cambia per Christian, diciottenne adottato in Italia e svezzato in un società sportiva di Salerno che ne ha fatto un atleta della pallanuoto. Tutto cambia perché tutto è sempre stato movimento per lui, fin dall’inizio. Cambiò famiglia e cambiò nazione, quando la coppia che lo ha cresciuto si prese cura del suo destino e ne fece un figlio dell’adozione. Cambiò elemento e imparò a muoversi nell’acqua, scivolando in un contatto completo che ha saputo assecondare e sfruttare. Ha cambiato ruolo, passando negli anni da portiere a marcatore esterno fino a quello attuale di attaccante.

Finché lo scorso maggio arriva il grande cambiamento, quello che finisci per chiamare svolta. Lo vogliono nella nazionale brasiliana di pallanuoto. Il Botafogo, polisportiva di Rio de Janeiro fondata nel 1894 e piazzata come 12ma nella classifica mondiale FIFA, è disposto farlo entrare in squadra, sottoponendolo a una dura sessione di allenamenti. «È stato Angelo Coelho a chiamarmi, l’allenatore della nazionale» racconta. Non si lascia andare all’emozione, il ragazzo, la voce non trema neanche di un filo persino quando accenna alle difficoltà che dovrà affrontare per ambientarsi. «Sicuramente è una bella notizia, perché mi viene data la possibilità di arrivare molto lontano. E poi torno nel Paese dove sono nato. Io sono di Sao Paulo. Dovrò stare una prima settimana in albergo, poi cambierò domicilio iniziando due allenamenti al giorno e una partita ogni settimana. Fino al 14 luglio, quando incominceranno gli allenamenti in nazionale».

Chissà cosa ne pensa Luca Malinconico, l’uomo che lo ha cresciuto agonisticamente. Christian infatti è stato coinvolto in un progetto professionale davvero ambizioso: Mister Coelho ha in agenda la costruzione di una squadra in grado di competere alle Olimpiadi del 2016, che si terranno a Rio de Janeiro, e vuole vedere il ragazzo all’opera assieme a una rosa di giovani reclute.

Ora, secondo i programmi, Christian parteciperà al campionato di serie A dello Stato di Rio e poi a un collegiale con la nazionale under 20. «In un certo senso sta tornando da campione nel Paese che lo aveva rifiutato» commentano Luigi e Grazia, i genitori. Lei è molto emozionata. «È una possibilità importante per accrescere la sua fiducia in se stesso e la sua autostima. Io invece sono un po’ impaurita, visto che non conosce la lingua…».

Eppure – lo possiamo pensare – se la caverà. Riuscirà a calarsi anche in questo nuovo cambiamento, così come riesce a calarsi nell’acqua prima della gara. In fondo si è ormai completamente adattato al suo elemento. È l’elemento da cui trae forza, da cui nessuno lo può più togliere. L’elemento primario, vitale, della sua famiglia.