Colombia.”Le abbiamo conosciute nella sede dell’ICBF: eravamo senza fiato, il momento è impossibile da descrivere….poi ci sono subito saltate in braccio”

Carla e Sabino, raccontano per #iosonoundono della loro disponibilità a fratrie e in generale a bambini con bisogni speciali, senza limiti di età: una grande apertura verso l’accoglienza. “Il profilo caratteriale di Sandra denotava una situazione più delicata, per le esperienze vissute”.

Il nostro primo incontro

Il primo ‘contatto’ con le figlie è avvenuto a distanza: “mamma e papà prepararono un album di foto in cui erano ritratti, oltre a loro, anche i parenti e gli spazi della casa dove avrebbero vissuto”.

Le bambine avevano vissuto qualche tempo in istituto e in casa famiglia, periodo utile per preparare il passaggio adottivo,  ma certamente su entrambe pesano i ricordi di un passato di privazioni.

Per fortuna le bambine sono state preparate molto bene – dice il papà – : quando siamo arrivati erano molto contente di incontrarci, ce ne siamo accorti da subito. Ci hanno chiamato subito mamma e papà, cosa che non ci aspettavamo”.

Il primo incontro è sempre carico di magia per qualsiasi famiglia adottiva. Non sempre è un momento idilliaco, in questo caso lo è stato.

Le abbiamo conosciute nella sede dell’ICBF (Instituto Colombiano de Bienestar Familiar) a Medellin  – raccontano ancora commossi i genitori – : eravamo senza fiato, il momento è impossibile da descrivere. Le bambine sono arrivate, con le treccine, i vestiti nuovi e dei disegni per noi. Erano minute, molto piccole. Noi avevamo portato per loro due bambole. Ci sono subito saltate in braccio!

La nuova famiglia ha mosso i primi passi in Colombia. “Non sapevamo come avrebbero reagito ma la  permanenza in Colombia alla fine è andata bene. I referenti di Ai.Bi. ci hanno sempre seguito per qualsiasi bisogno e per alcuni momenti di sconforto o di difficoltà che inevitabilmente ci sono stati. – racconta Carla – All’inizio tutto sembrava una festa, poi tornati a Bogotà per chiudere le pratiche dell’ iter nel paese, Diana e Sandra non volevano saperne di uscire: abbiamo trascorso quasi due settimane chiusi in albergo con le nostre figlie che non volevano fare niente”.

Finalmente si torna a casa!

Così con pazienza e determinazione i genitori hanno rassicurato le figlie e alla fine è arrivato il giorno della partenza per l’Italia.

L’arrivo a casa, nella notte di Ferragosto, è avvenuto in un periodo in cui molti parenti erano in vacanza. In ogni caso Diana e Sandra hanno a poco a poco conosciuto i nonni, gli zii , i parenti e oggi sono amate da tutti. Nel frattempo sta crescendo ogni giorno di più l’amore filiale per i genitori.

Nel nostro caso la mamma è stata un po’ vessata – racconta Sabino –   per la loro storia personale le bambine non hanno simpatia in generale per le figure femminili mentre verso il papà, figura non conosciuta, è stato amore a prima vista. Un aspetto positivo per certi versi e negativo per altri. Del resto Sandra era la capofamiglia, ancora oggi contesta i nostri rimproveri se non li reputa idonei”.

Una situazione tipica che i genitori imparano ad affrontare, assicurando presenza e costruendo le regole intorno alle quali costruire la famiglia. Sono stati e saranno mesi impegnativi, come Carla e Sabino sanno bene, ma il coraggio che mostrano le due sorelle è più grande e forte di qualsiasi difficoltà che stanno verificando.

Brrr che freddo… ma con mamma e papà è sempre estate!

Sotto i 30 gradi per loro è sempre freddo! – dice ridendo la mamma, per indicare che anche l’adattamento al clima diverso fa parte dei primi momenti dell’adozione – Ancora non mangiano cibo italiano, se non la pasta. Lo rifiutano. Chiedono sempre riso e pollo e poco altro e io non so cucinare colombiano! Per quanto ci avessero detto che mangiavano di tutto, in realtà non è così. Entrambe hanno un passato di malnutrizione e quindi dobbiamo a poco a poco inserire alimenti nuovi.

Un aspetto da non sottovalutare, comune a tutti i bambini che devono ambientarsi nei primi mesi,  è anche il fatto che affidarsi al cibo diverso, nuovo, significa lasciare alle spalle sapori, odori, sensazioni che appartengono a un’altra vita, vissuta fino a poco tempo prima.

La piccola adesso mangia pasta in qualsiasi formato e mostra qualche curiosità verso nuovi alimenti; la grande solo gli spaghetti, pizza würstel e patatine – aggiunge la mamma – : anche per ragioni culturali, Sandra crede che certo cibo faccia male e invece non è vero”.

Il tempo aggiusterà le cose. Intanto Sandra e Diana frequentano la quinta e la seconda elementare. A Diana era stato diagnosticato un problema cognitivo che in realtà non esiste: “Ha un carattere deciso e ostinato, non riusciamo proprio a vedere alcun deficit! – dicono i genitori – Entrambe le nostre figlie sono felicissime di andare a scuola ogni mattina e stanno già avendo buoni risultati: sono state accolte bene nella scuola pubblica che abbiamo scelto e stanno facendo entrambe molti progressi, velocissimi, con l’italiano. La piccola addirittura sta cominciando a capire il dialetto!”. A poco più di due mesi dall’arrivo in Italia, le bambine hanno socializzato tanto che Sandra “vuole organizzare una festa per invitare a casa tutti gli  amici”.

Alle famiglie che volessero adottare vorremmo lasciare un messaggio positivo – concludono – : non è tutto rose e fiori, possono arrivare momenti di scoraggiamento, ma l’adozione è una esperienza meravigliosa. Le nostre figlie hanno bisogno di molto affetto, di essere cullate e prese in braccio perché a loro è mancato tutto questo; hanno bisogno di trovare equilibri nelle relazioni, di affrontare ricordi passati, ma sono sempre bambini!”.