Bogotà. Nel 2015 i bambini abbandonati sono aumentati del 101%. L’ICBF invita le coppie straniere a farsi carico del loro destino

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I bambini della Colombia chiamano le famiglie di tutto il mondo. Sono sempre di più infatti i piccoli colombiani abbandonati e molti di loro hanno problemi di salute o dei fratelli dai quali non vogliono separarsi. E se per ogni bambino abbandonato ogni giorno che passa riduce le speranze di trovare una nuova famiglia, per quelli con caratteristiche e bisogni speciali questo tempo sembra scorrere ancora più velocemente. Non a caso, infatti, l’Icbf (Instituto Colombiano de Bienestar Familiar), l’istituzione pubblica colombiana che lavora per la protezione di minori e famiglie e si occupa di adozioni, ha deciso di promuovere proprio l’accoglienza di questi ultimi.

In accordo con gli enti autorizzati stranieri che seguono gli iter delle adozioni internazionali, l’Autorità Centrale di Bogotà sta attualmente lavorando a un programma di adozione che favorisca l’accoglienza di minori con bisogni e caratteristiche particolari: le fratrie composte da 3 o più membri, quelle con componenti di età superiore ai 10 anni, i minori con disabilità fisica o mentale e quelli affetti da patologie che richiedono terapie specialistiche. Le famiglie che da sempre si dimostrano più aperte all’accoglienza di questi bambini sono quelle straniere. Da qui la decisione dell’Icbf di incoraggiare ulteriormente l’adozione internazionale dei piccoli colombiani da parte di coppie provenienti da altri Paesi.

La Colombia, del resto, rimane uno dei principali Paesi di origine dei minori adottati nel mondo. Lo dimostrano i 509 piccoli adottati nel 2015, secondo le statistiche ufficiali. Senza dimenticare le 1.882 coppie straniere che, il 31 marzo 2016, risultavano ancora nella lista d’attesa dell’Icbf, insieme alle 274 coppie colombiane.

I bambini in cerca di una nuova famiglia, del resto, in Colombia sono sempre di più. Basti citare, per esempio, il dato drammatico diffuso all’inizio del 2016 dalla direttrice della sezione “protezione” dell’Icbf Ana Maria Fergusson che denunciò un aumento del 101% dei bambini abbandonati nell’arco di un anno nella sola capitale Bogotà: passati dai 148 del 2014 ai 298 del 2015.

Per molti di loro, l’ostacolo principale tra il ritrovamento per strada e l’accoglienza in una nuova famiglia è il tempo.  Nonostante secondo la legge l’adottabilità di un minore debba essere dichiarata entro 4 o al massimo 6 mesi spesso un bambino si trova a dover aspettare anni per risultare finalmente adottabile. Tra i casi più recenti c’è quello di Maria, Joseph e John. I primi due, nel 2010, avevano rispettivamente 2 e 5 anni e furono ritrovati dai funzionari dell’Icbf in mezzo alla strada, dove vivevano tra violenze e abusi. Nel 2012 fu salvato anche il terzo fratello, che viveva nelle medesime condizioni e all’epoca aveva un anno. Per ottenere l’adottabilità, però, i 3 fratelli hanno dovuto attendere 4 anni perché durante questo periodo per ben 4 volte è stato tentato il reinserimento familiare. Solo nel 2016, poi, Maria e John sono stati effettivamente adottati, mentre per il terzo, affetto da ritardo mentale, la sorte non è stata ancora propizia. È con questi problemi che l’Icbf si confronta ogni giorno ed è per trovare una famiglia a tanti bambini che ne sono rimasti privi per troppo tempo che la Colombia vuole incoraggiare le adozioni dei piccoli con bisogni speciali.

 

Fonte: El Tiempo