BAMBINIxLAPACE. Guerra in Ucraina. “Come va?”. “Sono viva”

Dolcezza e rassegnazione si mischiano nelle parole di Masha, responsabile di Ai.Bi. Amici dei Bambini in Ucraina. Perché gli attacchi sempre più cruenti non possono far perdere lo slancio di chi ogni giorno lavora affinché non si spezzi il filo della speranza

Un mix di rassegnazione e tenerezza, consapevolezza e tristezza. Ci sono tutti questi sentimenti e molto altro ancora nella laconica riposta, “sono viva”, data dalla cooperante di Ai.Bi. in Ucraina Masha alla domanda per noi così scontata: “Come va?”.
Perché come potrebbe andare se sono più di tre anni che dormi sapendo di poter essere svegliata dal suono delle sirene per le bombe che cadono sulla città? Come può andare se non sai se domani ci sarà ancora la scuola in cui vanno i tuoi figli? Se tuo papà, o uno parente, un amico… è al fronte e non dà sue notizie da un po’?

La notte dell’inferno

Eppure, questo è il clima che si respira in Ucraina, ogni giorno. L’ha confermato, ancora una volta, il tremendo attacco avvenuto nella notte tra sabato 6 e domenica 7 settembre, quando 810 droni e 13 missili sono caduti su 37 località sparse per il Paese e, in particolare, sulla capitale Kiev, colpendo anche, per la prima volta, il Palazzo del Governo. Non sono state risparmiate le scuole (5 gli istituti colpiti) e i palazzi residenziali, a dimostrazione di come gli obiettivi siano ormai indistintamente sia militari sia civili.
Quattro le vittime accertate, tra cui un bambino di due mesi e sua madre, mentre i feriti sono almeno 44.
Le reazioni non si sono fatte attendere, ma, come sempre, poco possono fare contro la devastazione delle bombe. Perché fino a che “pace” rimane solo una parola ripetuta a voce o in qualche articolo di giornale, la realtà con cui gli ucraini devono fare regolarmente i conti è fatta di paura, distruzione e morte. E, allora, cos’altro si può rispondere se ti chiedono “Come va?”, se non: “Sono viva!”. Con il sorriso dolce di chi sa che ai nostri orecchi suona come una battuta, e la tristezza di chi conosce troppe persone che, oggi, non possono più rispondere in questo modo.

Guerra in Ucraina: non spezzare il filo della speranza

Ed è in questo clima incerto e terribile che gli operatori di Ai.Bi., a cominciare da Masha, continuano a lavorare tutti i giorni con i bambini, le vittime più fragili e innocenti che sempre pagano per prime il prezzo di ogni emergenza. Perché se quella risposta: “sono viva”, si può dare ancora con un’ombra di sorriso sulle labbra, è solo perché, nel cuore, non è morta la speranza che tutto questo possa presto avere fine. Che le bombe non continuino a cadere e che non si debba temere, ogni giorno, per la vita dei propri cari.
Ecco quello che si può fare concretamente, allora: lavorare e contribuire ogni giorno a quei progetti che, oggi, hanno un solo, specifico obiettivo: non far spezzare il filo della speranza!

La speranza dei bambini dell’Ucraina è appesa a un filo

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 3 anni. In questo tempo oltre 600 bambini sono morti e oltre 2.000 sono stati feriti. Anche la speranza rischia di morire.
Ai.Bi. Amici dei Bambini con il progetto BAMBINIxLAPACE ogni giorno porta ai minori e le loro famiglie aiuto concreto, supporto psicologico e attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno del tuo aiuto: per non far spezzare il filo della speranza. EMERGENZA UCRAINA

E ricorda: ogni donazione gode delle seguenti agevolazioni fiscali.
Foto in paertura: Wikimedia Commons – State Emergency Service of Ukraine in Kyiv