Con la stepchild adoption in Italia le adozioni sarebbero ‘off limits’ per mille bambini

stepchild adoptionCon la legalizzazione del matrimonio gay sono crollate in Francia le adozioni internazionali:  nel 2013 erano 1343, per calare a 1069 nel 2014 fino a 815 nel 2015. Questo perché Paesi come la Russia e molti stati africani come la Repubblica Democratica del Congo non condividendo il matrimonio gay, hanno deciso di interrompere i rapporti con Parigi.

Stesso atteggiamento che con tutta probabilità sarà condiviso dalla maggior parte dei Paesi africani che si stanno aprendo alle adozioni internazionali e che si trovano sulla stessa linea: ovvero no alle adozioni ai gay.

Questo perché è utile ricordarlo? Perché anche in Italia, la stepchild adoption determinerebbe il crollo delle adozioni internazionali. Sulla falsariga di quanto verificatosi in Francia, la Russia, il Congo e altri Paesi Africani, contrari alle nozze gay, bloccherebbero le convenzioni con l’Italia.

Avvenire pubblica oggi, 18 febbraio, on line una breve lista di domande con relative risposte, per fare il punto della situazione e, nella logica del “repetita iuvant”, chiarire a cosa si va incontro con l’approvazione dell’adozione ai gay.

Un crollo, che darebbe un colpo mortale a un settore già ampiamente in agonia: le adozioni si sono già dimezzate nel breve volgere di 5 anni, passando dagli oltre 4mila minori stranieri accolti del 2010 ai circa 2mila stimati per il 2015. Una situazione che andrebbe a peggiorare nel caso in cui il nostro Parlamento desse il via libera alle adozioni per le coppie omosessuali.

Con la stepchild adoption si avrebbe un ulteriore crollo quantificabile in circa un migliaio di bambini in meno (tanti quanti sono i bambini che arrivano da quei Paesi). L’Italia scenderebbe, quindi, sotto quota mille: il livello più basso degli ultimi 30 anni.

Crisi su crisi che non può non preoccupare, perché è inutile negare un’evidenza:le adozioni internazionali non solo sono una risorsa nel nostro “inverno” demografico ma sono soprattutto un gesto di solidarietà e giustizia civile che qualifica eticamente un Paese

Ma per quanto questo sia un problema la cui soluzione impellente ed urgente è evidente a tutti (in primis enti, associazioni, famiglie, società civile…) il governo sembra ignorarne la reale portata. Tanto che da oltre due anni la Cai (Commissione per le adozioni internazionali) non si riunisce e non comunica i dati relativi alle adozioni.

Ad oggi l’unica notizia “rassicurante” è che la discussione in Parlamento sul ddl Cirinnà è slittata a mercoledì 24 febbraio: questo vuole dire altri giorni in cui si cercherà di fare dibattito e confronto. Perché il Parlamento italiano non può ignorare a cosa si va incontro con l’approvazione del disegno di legge Cirinnà, aprendo la strada, attraverso la stepchild adoption, all’adozione per le coppie omosessuali. Prioritario sarebbe invece, per il governo, dedicarsi ai 35mila minori che in Italia vivono fuori da una famiglia e non intraprendere percorsi legislativi che rischierebbero di deteriorare ulteriormente la situazione delle adozioni internazionali in Italia.

Fonte: Avvenire