affido minori stranieri soli in Italia

Conferenza ‘Città d’Africa’ alla Farnesina. Quando un ‘Piano Africa’ per l’accompagnamento dei minori africani fuori famiglia?

Aperta dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e dalla Segretaria Esecutiva della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa (UNECA), Vera Songwe, ha visto la partecipazione di politici, ministri e sindaci italiani e africani sul tema della repentina crescita delle città del Continente africano. Le sfide di uno sviluppo che tenga comunque conto delle persone

affido minori stranieri soli in ItaliaUna Conferenza per ragionare insieme tra politici, ricercatori, architetti e imprenditori italiani e africani, sulla rapida crescita dell’urbanizzazione che lo sviluppo – disuguale ma inesorabile – dei Paesi africani sta portando al Continente nero. Entro il 2030 si prevede che sarà urbanizzato il 50% del territorio africano.

Ministri e Sindaci africani, ricercatori, architetti e imprenditori si sono riuniti a Roma per un approfondimento sul tema. Un fenomeno che assume proporzioni di primario rilievo globale e non può non interrogare anche i Paesi europei. Tra questi, l’Italia. Nell’occasione, sono stati molte le riflessioni, che solo in parte hanno tenuto conto del più importante fattore di sviluppo ‘sostenibile’ per l’Africa: la presenza o meno di una famiglia per i bambini e i ragazzi, in quello che entro il 2050 si candida a diventare il continente più popoloso e insieme più giovane del pianeta.

IL SALUTO DI ALFANO
L’appuntamento è stato aperto dal ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale italiano, Angelino Alfano, e dalla Segretaria Esecutiva della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa (UNECA), Vera Songwe. “Lo sviluppo del continente africano costituisce una delle più importanti sfide di questo secolo ed una grande opportunità per il nostro Paese”, ha sottolineato Alfano. “La nostra politica estera – ha aggiunto – è per sua natura rivolta verso il Mediterraneo e verso l’Africa, nella ricerca comune di pace e sicurezza, indispensabile preambolo per lo sviluppo e il progresso dei nostri popoli”.

L’INTERVENTO DEL VICE-MINISTRO GIRO
Anche il nostro vice-ministro degli Esteri, Mario Giro, ha riflettuto su alcune questioni: su tutte, quelle della famiglia mononucleare o allargata, europea o africana, che subisce le conseguenze antropologiche e sociali delle politiche messe in atto durante l’urbanizzazione. Per questo, ha suggerito Giro, prima di parlare di povertà bisogna considerare i cambiamenti antropologici. Inoltre, sempre secondo Giro, c’è una questione ambientale: in questo l’Italia può offrire un’eccellenza attraverso l’innovazione tecnologica.
In conclusione, il vice-ministro degli Esteri ha evidenziato che per trasformare queste novità in reali opportunità bisogna ‘sdoganare’ il concetto di Continente speciale, per favorire gli investimenti delle imprese. In questo senso, la cooperazione internazionale ha investito 180 milioni di euro in Africa nel solo 2017. Prima di chiudere, Giro ha rimarcato la difficoltà nell’approccio con i minori in difficoltà che provengono da quei Paesi, perché “i giovani soli fanno paura”.

LE PAROLE DELL’ON. QUARTAPELLE
A queste parole ha fatto eco l’intervento dell’on. Lia Quartapelle, secondo la quale la storia dell’Africa è una storia di città. Ma lo sviluppo c’è solo dove ci sono città attrattive. La questione che ha posto è quella dello squilibrio tra le città e i cosiddetti ‘left behind’ (le persone che vengono lasciate indietro, una dinamica amplificata dall’ipersviluppo). Da qui la necessità, a maggior ragione per un continente ancora instabile, di puntare a uno sviluppo sostenibile, che parta proprio dall’urbanizzazione ‘sostenibile’. E citando ‘Le città invisibili’ di Italo Calvino, ha definito una “crescita in leggerezza” quella sostenibile per qualunque città, in Africa come in Italia.

LETIZIA MORATTI: URBANIZZAZIONE NON COME ‘CONQUISTA’, MA COME ‘CURA’
Alla Conferenza ha parlato anche la Presidente di E4Impact, Letizia Moratti, che ha evidenziato come la ‘cura’ del pianeta non possa prescindere da un’economia e uno sviluppo inclusivi e sostenibili in Africa, che sanino disuguaglianze sociali ed economiche. Moratti ha quindi proposto di aggiungere qualche indicatore a quelli che compongono il PIL, dato che oggi non danno la misura degli sforzi compiuti per uno sviluppo autenticamente umano. Per puntare non tanto a ‘conquiste’ economiche, ma alla ‘cura’ delle persone che vivono in quelle città.

AFRICA IN FAMIGLIA: IL ‘PIANO AFRICA’ DI AI.BI.
Riprendendo proprio le parole di Letizia Moratti, Amici dei Bambini – presente alla Conferenza – ribadisce l’urgenza di un ‘Piano Africa’ che si prenda cura, sia nel continente africano che a casa nostra, in una logica che vada oltre l’emergenza, di percorsi di accoglienza e integrazione ‘diffusa’ delle persone, in modo particolare dei minori. Il fattore dell’abbandono familiare, infatti, appare tanto pericoloso e potenzialmente devastante, quanto più i fragili legami familiari e sociali vengono allentati o spezzati dalla nuova vita all’interno di grandi nuclei urbanizzati.

In questo contesto, ha senso pensare a un progetto di vera cooperazione internazionale che consenta non solo uno sviluppo urbanistico ed economico del tessuto sociale, ma che accanto provveda – affiancando, ove necessario, le istituzioni pubbliche africane – a sviluppare riforme del sistema di protezione sociale che mettano al centro l’accoglienza diffusa e la formazione di tutori specializzati per i minori abbandonati o con particolari difficoltà familiari.

Perchè il futuro dell’Africa e degli africani passa anche per una risposta efficace contro l’emarginazione, la radicalizzazione e l’esclusione sociale del numero crescente di minorenni che popolano i nascenti nuclei urbani dei Paesi di quel continente. E che, non di rado, scelgono di migrare verso l’Europa, con l’Italia in prima linea nell’esigenza di offrire loro un’accoglienza adeguata.

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