Repubblica Democratica del Congo. Goma: una delle tante guerre di cui nessuno parla

La crisi umanitaria e di sicurezza nella provincia del Kivu Nord, dove, tre anni  fa, rimaneva ucciso, a seguito delle ferite riportate in un’imboscata, Luca Attanasio, “l’ambasciatore dei bambini”

Tre anni fa, il 22 febbraio 2021, perdevamo Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), vittima di un’imboscata presso il villaggio di Kibumba, a pochi chilometri dalla città di Goma, nella provincia del Kivu Nord. Con lui morirono anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista.
Solo poche settimane prima, l’ambasciatore aveva avuto un incontro con Ai.Bi., per la ripresa delle adozioni internazionali nel Paese. Attanasio sperava che l’Italia riuscisse a essere la prima a riprendere le adozioni internazionali nel Paese.
Per ricordare il suo sacrificio e l’impegno, vogliamo aprire una finestra su ciò che sta succedendo proprio in quella regione, teatro di una crisi umanitaria e di sicurezza.

La situazione a Goma

La città di Goma è isolata dai 6 territori circostanti. Il movimento ribelle M23 sta occupando le strade principali che portano a Rutshuru, Masisi, Lubero e Minova.
Non c’è più accesso a questi centri, che riforniscono la città di Goma di prodotti alimentari.
Per rifornirsi di cibo, le donne sono costrette ad attraversare il lago Kivu, unica via di accesso e di uscita da Goma.
Questa situazione è alla base della scarsità dei prodotti alimentari provenienti dai campi e dell’aumento dei prezzi.
Alcuni chiedono al governo congolese di intervenire con urgenza per evitare che la città, che conta circa 2 milioni di abitanti, soffochi.
Il 15 febbraio, l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) ha condannato i bombardamenti indiscriminati che premono su 800.000 sfollati nel Nord Kivu.
Ciò fa seguito all’intensificarsi della violenza tra le forze governative e i gruppi armati nell’est della RDC.
In un comunicato stampa diramato il 14 febbraio a Ginevra, l’agenzia delle Nazioni Unite ha anche espresso la sua preoccupazione per le bombe che cadono sui civili, in particolare nei siti per sfollati di Camp Zaina a Sake e Lushagala a Goma, dove sono ospitate 65.000 persone.
“Il crescente uso di artiglieria pesante e di bombardamenti durante gli scontri intorno a Goma rappresenta una seria minaccia per i civili sfollati e rischia di aumentare il numero delle vittime. Gli ordigni inesplosi rappresentano una minaccia particolare per i bambini”, ha dichiarato il Direttore regionale dell’UNHCR per l’Africa meridionale e Coordinatore regionale per la situazione dei rifugiati nella RDC.
Ha inoltre espresso preoccupazione per la situazione disastrosa di circa 135.000 sfollati che sono fuggiti dal campo di Zaina, vicino a Sake, verso Goma.
L’UNHCR chiede l’immediata cessazione delle ostilità e l’avvio di negoziati di pace per risolvere il conflitto e alleviare le sofferenze dei civili innocenti coinvolti-
“La situazione è tragica e inaccettabile. Chiediamo con urgenza a tutte le parti di proteggere i civili, di rispettare il diritto alla vita e la dignità della persona umana”. ha continuato Chansa Kapaya.
Secondo l’UNHCR, dall’inizio febbraio, almeno 15 persone sono state uccise e altre 29 sono rimaste ferite, intorno a Goma e Sake.

[Fonte: Radio Okapi]