Un consiglio alle famiglie: non rispondete mai con un “sì” alle chiamate dei call-center

Bisogna sempre fare attenzione alle chiamate dei call center, anche alle cosiddette “telefonate mute”. Sperando che il nuovo registro delle opposizioni, al via dal 31 luglio, possa migliorare un po’ la situazione

Chiunque abbia un telefono (cellulare, ma ancora di più fisso) lo sa bene: ricevere chiamate di marketing dai call center è all’ordine del giorno: a volte si ascolta per un po’, a volte si interrompe la telefonata appena si capisce chi parla, a volte ci si lascia andare a qualche parola di troppo senza pensare che chi è dall’altra parte, in fondo, sta lavorando. Atteggiamenti comunque comprensibili, vista la frequenza con la quale si ricevono chiamate indesiderata.

Le telefonate mute fanno parte di una strategia di marketing

A volte, però, ci sono chiamate che suscitano più perplessità di altre, perché, una volta che si risponde, dall’altro capo della cornetta non c’è nessuno. A volte c’è silenzio assoluto, a volte un rumore di fondo; ma in entrambi i casi nessuno parla e, dopo 3 secondi, la comunicazione si interrompe.
È il fenomeno delle cosiddette “telefonate mute”, che, lungi dall’essere un errore di qualche call center, fanno parte in realtà di una precisa strategia di marketing, tanto che anche il Garante per la Protezione dei Dati Personali se ne è occupato.
Sostanzialmente, le chiamate dei call center vengono gestite da un sistema che chiama continuamente diversi numeri, collegando, poi, i primi che rispondono con i vari operatori disponibili. Può capitare, quindi, che, quando si risponde a una chiamata partita in automatico da un sistema di questo genere, non ci siano operatori liberi che possano gestire immediatamente la telefonata. Per questo, dopo 3 secondi di silenzio, la comunicazione cade.
Come detto, il Garante per la Privacy si è occupato della questione e ha stabilito alcune regole: per esempio che non si possono effettuare più di 3 telefonate mute ogni 100 andate a buon fine; che le chiamate mute non possono durare più di 3 secondi (per questo dopo tale lasso di tempo la comunicazione cade); che un numero che ha ricevuto una chiamata muta non può essere richiamato nei successivi 5 giorni; che la volta successiva che viene chiamato un numero contattato in precedenza con una chiamata muta, deve essere necessariamente presente un operatore reale.

Le chiamate mute difficilmente potranno essere risolte dal nuovo Registro delle Opposizioni

Le regole, dunque, ci sono, ma il fatto che siano rispettato non è semplice da verificare.
Per questo, un consiglio, è di non rispondere mai al telefono pronunciando la parola “sì”. Sempre meglio dire:“Pronto”, perché il “sì” potrebbe essere registrato e utilizzato come prova di un consenso in realtà non voluto.

Naturalmente, è meglio evitare di richiamare questi numeri sconosciuti, anche se in molti casi si tratta di numeri che non consentono la ricezione.
La speranza è che il nuovo Registro delle Opposizioni, che partirà dal 31 di luglio 2022 e che includerà anche i numeri di cellulare, possa, se non risolvere, perlomeno attenuare la situazione, anche se in una recente dichiarazione il Garante della Privacy ha ammesso che, nel suo complesso, il sistema non riesce ancora a contrastare del tutto il fenomeno del telemarketing selvaggio. Telefonate mute comprese.