Corea del Nord: la crisi moltiplica il numero di orfani. L’unico modo per sopravvivere è scappare

corea del sud 2La prima volta che Yoon Hee è stata abbandonata, era una bambina piccolissima. È nata in un villaggio vicino al sacro monte Baedku, in Corea del Nord, dove si dice che il fondatore del Paese, Kim Il Sung, abbia guidato la lotta per l’indipendenza e dove nacque il suo primogenito, Kim Jong II.

Sei mesi dopo la nascita della piccola Yoon, i suoi genitori divorziarono, e la affidarono alle cure di un’amica. Dopo poco, però, tornò a vivere con la madre.

Sembrava che tutto andasse bene, ma poi, all’improvviso un giorno, sua mamma le disse che doveva uscire e non fece più ritorno.

Yoon aveva 8 anni e fece ciò che molti bambini nordcoreani abbandonati fanno: vivere per strada, chiedere l’elemosina, mangiare qualcosa ogni tanto, e piangere lacrime amare, soffrendo il freddo, la notte.

La piccola è rimasta nello stesso quartiere, nella città di Hyesan, con la speranza di ritrovare la madre e tornare a vivere con lei. “Mi è capitato di incontrarla per strada”, ha detto, “ma non mi ha mai dimostrato affetto. Mi ha detto era già difficile per lei sopravvivere da sola, figuriamoci occuparsi anche di una bambina”.

Durante i rigidi inverni, Yoon e altri bambini di strada facevano irruzione nei capannoni vicino alle fabbriche e ai mercati, in cerca di un luogo caldo per dormire. “Molti bambini toccavano accidentalmente i trasformatori elettrici mentre dormivano, e morivano”, ha ricordato.

Nella Corea del Nord, i bambini come Yoon sono conosciuti come kotjebes , una parola che fa riferimento alle rondini che migrano, perché vagano senza meta e senza un posto che li accolga.

Uno studio dell’ONU del marzo 2013, ha rivelato che dei quasi 28 milioni di abitanti del Paese, 16 milioni soffrono di carenze alimentari. Uno studio pubblicato nel 2009 nella rivista Economics and Human Biology aveva messo in evidenza che i bambini nordcoreani sono più bassi rispetto ai sudcoreani di 3-4 centimetri. E secondo l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’ONU, quasi il 28% dei minori nordcoreani soffre di distrofia.

Molti nordcoreani scappano dal loro Paese d’inverno, lungo il fiume al confine con la Cina, quando è ghiacciato.

E’ una scelta disperata e spesso molto pericolosa. Sono molti infatti i bambini di strada che diventano facile preda dei trafficanti. Spesso le bambine sono oggetto di commercio sessuale o vengono vendute come spose agli uomini della Cina rurale. I più piccoli vengono venduti come figli alle famiglie cinesi che non sono riuscite ad averne di naturali.

La piccola Yoon è stata più fortunata. All’inizio del 2012, è riuscita a scappare – dopo tre tentativi falliti – grazie ad una rete clandestina di attivisti e missionari cristiani.

Due anni dopo essere arrivata a Seul, ora studia e ha un lavoro part time. A volte, sogna ancora sua madre, anche se non l’ha mai più vista né sentita. Sono passati dieci anni dall’ultima volta che le ha parlato. “Preferisco amarla anziché darle la colpa di tutto”, ha detto, “anche se so che lei non mi ha mai amata”.

 

Fonte: cnnespanol.cnn.com