Coronavirus e Fase 2. Marco Griffini (Ai.Bi.): “Aggiungiamo concetto di ‘Children in company’ sui luoghi di lavoro”

Dopo il 4 maggio molti genitori potrebbero tornare a lavorare. Ma i bambini resteranno a casa da scuola. Come gestire la situazione?

Nell’informativa di ieri alle camere, il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha tracciato la linea per una via d’uscita dall’emergenza Coronavirus, la cosiddetta “Fase 2”. Una via d’uscita che, secondo voci di corridoio, prevede una iniziale riapertura delle attività produttive e solo a seguire invece le attività individuali di interesse per i cittadini. Tra queste, però e purtroppo per molti genitori, potrebbero esserci le scuole, per le quali si vocifera di una riapertura nel mese di settembre. In sostanza, i genitori andranno a lavoro e i bambini potrebbero restare a casa.

“Ma settembre – come nota giustamente un articolo di Gianna Fregonara, recentemente pubblicato da Corriere.itè molto lontano per i genitori che sono chiamati a ritornare a lavorare nelle prossime settimane. La gestione, specie per chi ha bambini più piccoli, rischia di diventare un problema da togliere il sonno”. Già, perché molti saranno i genitori che, con la “Fase 2”, saranno chiamati a tornare al lavoro e non più in grado di occuparsi dei propri figli stando a casa con loro.

Coronavirus. Fase 2, bambini e lavoro: la proposta di Ai.Bi. e Marco Griffini

“I prossimi mesi estivi – è il commento al proposito del presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinivedranno la ripartenza graduale delle imprese italiane e difficilmente il mese d’agosto verrà vissuto in ‘stand by’ come eravamo abituati noi italiani. Ma le famiglie? I genitori lavoratori si troveranno uno scenario in cui i momenti per i figli tradizionali verranno meno o si dovranno ridimensionare: intendo quindi i centri estivi comunali, gli oratori e i campus delle diverse società sportive. Se da un lato le famiglie rischiano di avere un altro nuovo motivo per perdere il lavoro, le aziende rischiano di perdere capitale umano. A causa dell’emergenza del COVID-19 abbiamo imparato quanto può essere funzionale, sussidiario e sostitutivo losmart working. Ciò non può essere sufficiente. Occorre perlomeno aggiungere il concetto di children in company, ovvero di spazi per i figli nei luoghi di lavoro”