Crescere in Calabria è ancora uno slalom tra mille difficoltà

origin_2001899627In Calabria circa mille minori vivono fuori famiglia. Di questi l’80% viene accolto nelle comunità educative. Nonostante le coppie affidatarie calabresi ricevano dalla Regione il contributo più alto d’Italia (600 euro mensili), la strada dell’accoglienza familiare non decolla.

«Il problema non è tanto la scarsa disponibilità da parte delle famiglie, quanto la cronica mancanza di interlocutori istituzionali. Riceviamo molte richieste di informazioni da parte delle famiglie che vorrebbero affacciarsi all’affido. Quasi tutte lamentano di non sapere a chi rivolgersi»: spiega Mario Nasone, presidente di Agape, associazione impegnata da anni nella promozione dell’accoglienza familiare temporanea.

Di fatto l’affido è una realtà a macchia di leopardo in Calabria, diffuso solo a Reggio Calabria e in parte a Lamezia Terme. Senza peli sulla lingua, il presidente dell’associazione Agape, riflette: “Finora l’affido si è sviluppato più per contagio, che per volontà politica. Eppure- continua Nasone- la Regione si è dotata da tempo di linee guida molte valide, che non decollano”. La causa è anche da ricercare nel fatto che la Calabria è l’unica Regione a non essersi ancora dotata dei Piani di zona. E questo fa sì che l’affido sia una opzione concreta solo nelle città dove i servizi sociali funzionano. Senza dire che la Calabria è la Regione che per le politiche sociali spende meno di tutte le altre, nonostante una famiglia su tre viva sotto la soglia di povertà.

Questo e altre questioni legate alla condizione di vita dei minori saranno oggetto del convegno dal titolo «Crescere in Calabria. I bisogni dei minori nel territorio calabrese: analisi del contesto, tutela giuridica e prospettive operative» promosso dal Centro Servizi al Volontariato dei Due Mari, in collaborazione con i Centri di Servizio della Calabria e il Forum delle associazioni per i diritti dei minori.

Fatto il punto sui diritti negati ai minori, l’obiettivo di questo primo tavolo regionale è duplice. Da un lato creare finalmente una rete a tutela dei minori, formata dalle istituzioni, dagli operatori delle comunità locali, dalle Aziende sanitarie provinciali e dalle associazioni impegnate nel settore. Dall’altro sottoscrivere un Manifesto programmatico sulla Calabria. Nel prossimo autunno sono previste cinque giornate di formazione. Perché crescere in Calabria non sia più una corsa ad ostacoli.