Crisi Adozioni Internazionali: un rapporto per capire le cause

La crisi economica pesa anche sulle coppie che vogliono adottare. E se, da un lato, le coppie oggi appaiono più informate e consapevoli, il costo dell’adozione rappresenta per le coppie una barriera all’ingresso, cui si aggiungono molti costi non economici e la crisi riduce la tenuta delle famiglie su attese lunghe. E’ quanto emerge dal rapporto del Cea (Coordinamento enti autorizzati), sulle adozioni internazionali, presentato a Roma giovedì 16 dicembre.

In particolare dai dati del rapporto si evidenzia un disequilibrio tra la “domanda” di adozioni internazionali da parte delle famiglie italiane e ciò che viene definito “offerta”, ossia la presenza di Enti autorizzati e la disponibilità di bambini adottabili.
Le coppie oggi appaiono più informate e consapevoli dei bambini che si possono adottare. Questo ha determinato meccanismi di autoselezione che portano la coppia stessa a rinunciare o rivedere la scelta di adottare. Il costo dell’adozione rappresenta per le coppie una barriera all’ingresso, cui si aggiungono molti costi non economici. La crisi riduce la tenuta delle famiglie su attese lunghe.
Dall’altra parte i bambini adottati sono sempre più grandi (5,9 anni in media, in altri Paesi europei la media è molto più bassa), sempre più spesso con problemi di salute e più raramente provenienti dai paesi europei. Le coppie scelgono l’Ente in base a diverse variabili, su cui incide molto la qualità della accoglienza iniziale, il numero di adozioni concluse annualmente dall’Ente e il numero di Pesi in cui esso opera.

Quali sono le cause di questo calo delle adozioni? Stando ai dati del rapporto in alcuni contesti territoriali la diminuzione dei decreti di idoneità rilasciati è dovuta all’introduzione di maggiori vincoli per le coppie. Tra le cause anche la crisi economica ha avuto un impatto: il costo dell’adozione internazionale rappresenta un ostacolo, la cui portata è aumentata, e la crescente incidenza del precariato lavorativo ha determinato nuove situazioni di instabilità reale e percepita.

Un altro fattore che incide è legato all’evoluzione delle caratteristiche dei bambini autorizzati all’ingresso in Italia: sempre più grandi, sempre più spesso con problemi di salute e più raramente provenienti da Paesi europei.

Nel rapporto vengono anche indicate alcune soluzioni di miglioramento al fine di ridurre i costi. L’indicazione non è solo quella di evitare che i costi economici dell’adozione ricadano essenzialmente sulle coppie (l’adozione internazionale è l’unica forma di genitorialità del tutto a carico economico della famiglia), ma anche fare in modo che i “costi non economici”, ovvero quelli legati alla gestione delle relazioni all’interno della nuova famiglia, vengano ripartiti all’interno di una rete di più soggetti.

Affinché questo avvenga occorre lavorare su tre dimensioni: la condivisione dei costi economici, i tempi e la gestione delle relazioni famigliari.  L’adozione internazionale deve essere percepita come un fatto pubblico e collettivo, attraverso la leva fiscale e la totale detraibilità delle spese sostenute dalla famiglie: il costo rischia di divenire una barriera all’ingresso, non sostenibile e selettiva, non nella giusta direzione. Le coppie sono potenzialmente esasperate dai tempi di attesa, soprattutto all’estero. Quindi da un lato occorre che siano preparate, attrezzate e supportate anche psicologicamente in questa fase, dall’altro è opportuno attuare strumenti di semplificazione degli iter e dei passaggi tra i vari soggetti istituzionali coinvolti.

Infine le coppie adottive hanno necessità di sentirsi parte di una rete di soggetti e di altre famiglie, che vivono o hanno vissuto lo stesso percorso, ciò può essere possibile sia attraverso il supporto formale che informale, con l’attivazione, ad esempio, di gruppi di mutuo aiuto. Il soggetto da accompagnare è la nuova famiglia, che comprende la coppia e il minore adottato. Tutta la famiglia ha necessità di sentirsi, tramite reti e appoggi, parte di una comunità che la accoglie e la supporta.