Davvero, come dice la Littizzetto, l’affido è la “ruota di scorta” dell’adozione per coppie di fatto e single?

Cara Ai.Bi.,

da tempo seguo le vostre iniziative e le vostre riflessioni sull’affido familiare, ritrovandomi molto in ciò che sostenete. Sono mamma affidataria e leggendo l’intervista a Luciana Littizzetto, che avete riportato, mi sento in dovere di affermare che non tutto ciò che la Littizzetto sostiene è condivisibile. Senza entrare troppo nel merito delle questioni, non condivido in particolare due affermazioni: la prima rispetto al fatto che i figli non devono essere un possesso esclusivo dei genitori, la seconda che l’affido si fa perché l’adozione non è concessa alle coppie di fatto e ai single.

Mi sembra anche queste affermazioni non siano molto in linea con quanto voi di Ai.Bi. costantemente affermate attraverso il vostro sito. Sono disorientata.

Antonella

 

riccardiGentile Antonella,

ritengo sia sempre molto difficile esprimere opinioni sulle singole storie d’affido che, come sappiamo, sono tutte particolari e certo non comprensibili a fondo, come in questo caso, attraverso una breve intervista.

Sicuramente ciò che di bello Luciana Littizzetto porta è l’entusiasmo, la soddisfazione nonostante le fatiche e, a modo suo, l’invito rivolto a tutti (coppie o single) a buttarsi in questa bellissima esperienza.

Certo alcune affermazioni meriterebbero la possibilità di essere approfondite.

Condivido il fatto che i figli non siano un possesso esclusivo dei genitori, i nostri figli sono altro da noi, sono persone destinate a una loro vita; l’accoglienza familiare temporanea più che mai ci permette di comprendere questo, proprio in virtù del fatto che ci sono altri genitori, che abbiamo un tempo limitato per dare ai figli affidati gli strumenti per tornare a una vita serena e piena di speranza. Cosa che un genitore deve fare con qualsiasi figlio: dare fiducia nel futuro.

Penso però che questa considerazione meriti di essere letta anche nel senso opposto: i figli non sono possesso esclusivo dei genitori, ma i figli hanno diritto al possesso esclusivo di due genitori e non di quattro. Diritto che, come lei ben sa, Ai.Bi. afferma da sempre e con chiarezza.

Rispetto al fatto che l’accoglienza familiare temporanea non sia un’alternativa all’adozione sono assolutamente d’accordo con lei. Purtroppo però la situazione dell’affido in Italia porta molti a pensare che il loro desiderio di avere un figlio possa trovare soddisfazione comunque attraverso l’accoglienza temporanea che non richiede particolari percorsi (a ostacoli) per poter realizzare il proprio desiderio e che spesso si trascina per anni e anni.

In questo senso alcune testate giornalistiche, nei giorni scorsi, dando notizia dell’approvazione del DdL 1209 in Commissione Giustizia del Senato, hanno confermato questa possibilità di utilizzare l’affido per evitare il difficile percorso di ottenimento dell’idoneità adottiva. Niente di più sbagliato, non solo perché il disegno di legge non prevede alcuna particolare facilitazione del passaggio da famiglia affidataria a famiglia adottiva, ma anche perché l’accoglienza affidataria ci mette in campo “come se” fossimo genitori. Cosa che ci da, come immagino lei sappia, molta soddisfazione, molta gioia e pienezza di vita, ma ci costringe  a fare i conti con una realtà ben diversa dall’esperienza di genitorialità adottiva o biologica.

Anche la stessa Littizzetto, in realtà, afferma di non aver mai avuto un desiderio di maternità così forte da spingerla alla ricerca di un figlio esclusivo e di aver avuto da sempre il tarlo dell’affido. Io, invece di parlare di tarlo, parlerei di vocazione all’accoglienza familiare temporanea che è altro dalla vocazione all’adozione.

Certo le poche righe che nell’articolo sono dedicate alla situazione dei ragazzi accolti dall’attrice sembrano riportare una delle troppe situazioni incomprensibili: decaduta la responsabilità genitoriale dei genitori dei due ragazzi, non si è pensato all’adozione per dare a loro una famiglia definitiva prima dei 18 anni. Forse Luciana Littizzetto li adotterebbe molto volentieri e il disegno di legge in approvazione, in nome della continuità degli affetti, la porrebbe probabilmente in prima fila per diventare vera e unica famiglia di quei ragazzi.

 

Cristina Riccardi

Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e referente politico del settore Affido