Luciana Littizzetto: “Io, mamma affidataria: com’è bella una famiglia diversa. Lo rifarei domani”.

littizzettoMamma sullo schermo  (nella commedia “Genitori e figli-Agitare bene prima dell’uso” a “È nata una star?” alla serie tv “Fuoriclasse”)  Lucianina, come la chiama Fabio Fazio è una donna a 360 che nella sua vita ha fatto tante scelte: compresa quella di accogliere in affido due bambini, ora adolescenti.

“Una scelta che rifarei domani stesso”, dichiara a gran voce Luciana Littizzetto, in un’intervista rilasciata a Silvia Fumarola, su La Repubblica.

“Quello che non ho sono due figli che mi assomigliano; quello che ho è che ci ho guadagnato, perché sono bellissimi”. Una vera  e propria dichiarazione d’amore, quella di Lucianina, la ragazza terribile che quando parla dei figli cambia atteggiamento e voce.

Madre affettuosissima e un pò ansiosa, ha quasi pudore dei sentimenti: “I figli non sono venuti, non era destino”, racconta, “il desiderio di maternità non era così pressante, non mi sono sentita di affrontare le pratiche di inseminazione. Ero una donna abbastanza serena e contenta, però all’idea di diventare madre non avevo rinunciato, ho sempre avuto il tarlo dell’affido”.

L’amore ti salva la vita, ma diventare genitori è un percorso a ostacoli. “Ci vuole disponibilità e elasticità, non tutti ce la fanno” continua l’attrice “anche perché spesso ti affidano bambini già grandi. “Affido” è una parola che mi piace, contiene il senso della fiducia, non possiedi niente. I piccoli mantengono un legame con i genitori naturali e va bene così: non devo avere il possesso esclusivo”.

“Con Davide (Graziano, il compagno della Littizzetto ndr) ci siamo chiesti subito: “Saremo in grado?”. Andavamo in una struttura vicino a Pavia, colloqui, incontri, dopo un pò di tempo le assistenti sociali ci annunciano: “Sarebbero due”. Fratello e sorella, uno di nove anni, l’altra di dodici. Un filo d’ansia ci è venuto, ma l’avventura è cominciata”. Da sei anni vivono insieme, affido totale; Luciana non è sposata, non può adottare. “Ma l’affido è bellissimo ed è concesso ai single. Poi in Italia l’adozione ha tempi così lunghi. Ora discutiamo delle vacanze: Sardegna o Sicilia? Facciamo i progetti che si fanno in tutte le famiglie, mia madre quando può mi dà una mano, santa donna. Io scherzo su tutto ma non faccio l’amica, faccio la mamma, sanno che possono contare sempre su di noi ma che devono rispettare le regole. Per le confidenze ci sono gli amici“.

La comica irriverente non colora di rosa una realtà bellissima ma anche dura, faticosa: “All’inizio non è facile“, confessa, “tu non sei preparata e non lo sono loro, vanno in una casa che non conoscono, in comunità non hanno spazi esclusivi. I ragazzi in affido si fidano poco, hanno le spine, si rischia di farsi male entrambi. Poi, col tempo, non sai quanto ce ne vorrà, le incomprensioni si superano. I genitori di Vanessa e Giordan (i ragazzi accolti in affido ndr) hanno perso la patria potestà, ce l’ha il Comune di Torino. Io ho la tutela: se vorranno a diciotto anni potranno aggiungere al loro cognome il mio”.

La Littizzetto ha le idee chiare sul suo ruolo. “I miei figli avevano voglia di famiglia, di dire: “Mamma, che facciamo?”. Tu all’inizio pensi che devi stare sempre lì, ti senti in colpa quando vai a lavorare, pensi: non ce la farò mai. Sono una madre buffa che aspira all’autorevolezza, ma per tante donne è così: dovremmo sdoppiarci. Adesso che sono adolescenti tutto si complica, il maschio vuole l’indipendenza, ragiona come se avesse 30 anni”.  Lei è cresciuta con i ragazzi. “Alla fine conta solo l’esperienza: conoscersi, volersi bene, passare il tempo insieme. Lo rifarei domani”.

Fonte : (www.gliscritti.it)