Dopo 4 anni ritorna il Ministro della Famiglia: riuscirà a salvare l’adozione internazionale?

enrico costaÈ il deputato del Nuovo Centrodestra Enrico Costa il nuovo ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. Lo ha stabilito il Consiglio dei Ministri di giovedì 28 gennaio, che ha indicato nell’ex viceministro della Giustizia il successore di Maria Carmela Lanzetta del Partito Democratico. A Costa il premier Matteo Renzi ha affidato anche il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche per la Famiglia.

Dopo più di 4 anni, quindi, l’Italia torna ad avere un ministro della Famiglia. L’ultimo era stato Carlo Giovanardi, in carica dal maggio 2008 al novembre 2011.

Piemontese di Cuneo, classe 1969, di professione avvocato, Costa assume la titolarità del ministero senza portafoglio per le politiche familiari con lo scopo, dichiarato in un’intervista rilasciata al quotidiano “Avvenire”, di occuparsi di tutto ciò che riguarda il tema famiglia: “dagli asili nido ai trasporti, dalla casa all’assistenza agli ammalati, fino al fisco”.

L’attenzione è ora rivolta a vedere se il premier affiderà allo stesso neoministro anche la delega all’adozione internazionale, nominandolo quindi presidente della Commissione Adozioni Internazionali. Come del resto è sempre stato per i ministri della Famiglia. La nomina di Costa al vertice della Cai rappresenterebbe il tanto atteso intervento del governo per tentare finalmente di salvare questo grande malato, con la speranza che l’adozione internazionale non sia già entrata in una fase di agonia irreversibile. Speranza condivisa da tutte le famiglie adottive e dagli enti autorizzati che confidano nel tentativo di porre un freno al continuo e drammatico crollo delle adozioni nel nostro Paese. Una tendenza che si può arrestare e invertire solo se venissero ristabilite delle regole autenticamente democratiche, a cominciare dal carattere collegiale – e non personale – delle decisioni assunte dalla Cai, dal periodico confronto con gli enti autorizzati e le autorità centrali straniere, dalla scissione delle due diverse e non assimilabili cariche di presidente e vicepresidente della Commissione.

Nel frattempo, le prime esternazioni di Enrico Costa da sottosegretario fanno ben sperare in un suo reale impegno a favore della famiglia. Intervenendo sulla straordinaria riuscita del Family Day, il neoministro ha detto ad “Avvenire” che famiglia tradizionale non vuole dire arretratezza. La famiglia è il futuro e non il passato. Su questo non c’è ideologia che tenga. Ci deve essere piena consapevolezza del fatto che la famiglia è il fulcro morale, sociale e anche economico del Paese”. Anche Costa, come il ministro dell’Interno Alfano, ha incontrato il portavoce del comitato organizzatore del Family Day Massimo Gandolfini. “Credo che una piazza del genere – ha ribadito il neoministro – possa nascere solo se c’è un’enorme passione civile che la riempie”. Consapevole dell’impegno che lo attende, Costa si è infine detto pronto a cercare di aprire mille varchi con i colleghi di governo perché orientino i loro provvedimenti verso la famiglia”.