famiglia, cosa cambia dopo le elezioni in Italia

Elezioni 2018: e adesso? Riconoscere l’altro è la vera vittoria per ciascuno e per tutti

L’esito delle elezioni 2018 ha stupito un po’ tutti, soprattutto per le proporzioni delle affermazioni del Movimento 5 Stelle e della Lega nella coalizione di centro-destra, ma il vero fulcro del destino dell’Italia nei prossimi 5 anni sarà dato dalla capacità che il Governo e i cittadini stessi avranno di ‘vedere’ la dignità delle persone e di agire per proteggerla e promuoverla

Un’esigenza urgente, se è vero dai dati Swg che nel 2002 gli italiani che si sentivano esclusi erano il 46% mentre oggi sono il 68% così come nel caso della paura per il futuro: nel 2002 lo temeva meno del 50%, oggi siamo arrivati al 74%

elezioni, il dopo voto in Italia secondo il direttore di VitaIl dopo-elezioni 2018 è servito: un passaggio, quello elettorale, che ha sancito almeno provvisoriamente vinti (Partito Democratico, in parte Forza Italia) e vincitori (Lega e Movimento 5 Stelle) nel panorama di chi dovrà prendere in mano le redini del Paese per portarlo avanti nei prossimi 5 anni. In attesa di capire se e quale potrà essere la maggioranza in grado di sostenere un nuovo Governo, tuttavia, sono altri dati a emergere dal ‘guado’ del voto del 4 maggio, indicazioni su com’è cambiata l’Italia e come sono mutati gli italiani negli ultimi anni. E auspici perchè, nonostante tutto, il Paese possa ripartire e tornare a edificare il bene comune per tutti.

A parlarne, in un editoriale in cui viene rimarcata pure la decisione di proseguire con le pubblicazioni nonostante un periodo difficilissimo appena trascorso, è il direttore di Vita, Riccardo Bonacina. Che per rispondere all’interrogativo che molti si pongono sul destino futuro dell’Italia dopo il voto del 4 marzo commenta, “parafrasando Vasco Rossi, noi siamo ancora qui.

Quindi, il proprio parere sulla situazione attuale: “Siamo ancora qui anche a fare i conti con un Pafedeese che negli ultimi dieci anni si è incarognito anche a causa delle sofferenze causate dalla crisi economica che abbiamo attraversato“.

Una constatazione che prosegue evidenziando alcuni dati: “Se nel 2002 solo il 46% degli italiani si sentiva escluso, oggi questa percentuale è salita al 68%, se nel 2002 meno del 50% della popolazione esprimeva incertezza sul proprio futuro oggi il 74% degli italiani ha paura del futuro e crede che non stia nelle proprie mani il determinarlo. Se nel 2005 era il 56% della popolazione ad aver paura dell’Islam oggi questa percentuale è salita al 72%, così come è salita la percentuale di chi è per lo stop all’immigrazione, il 65%, dieci anni fa era poco più del 50%. Al contempo – ed è un’altra delle contraddizioni di questi anni – si afferma la non centralità di quello che fino a pochi decenni fa era l’universo valoriale e politico di riferimento per gli italiani: i valori cattolici sono stati il perno della scelta elettorale e di vita solo per il 20% della popolazione. Valori scalzati dall’ambientalismo inteso come forma di vita etica e dalla religio laica dei diritti civili. Così come impressiona il dato certificato pochi giorni fa l’Osservatorio nazionale sulla salute: vi sono in Italia due paesi diversi, nel reddito, nei livelli di povertà e disoccupazione, nell’istruzione e nella salute: due anni di vita in meno per chi risiede al Sud rispetto al Nord. Ecco i temi che spiegano quanto è successo il 4 marzo“.

Da qui, dunque, come ripartire? La proposta di Bonacina è chiara e punta tutto su un assioma semplice come l’esistenza dell’uomo: l’incontro con l’altro e il suo riconoscimento come persona, come altro me stesso. “La nostra voglia di uguaglianza, di bellezza, di gratuità, di impegno deve contagiare tutti, ma questo è possibile solo nell’incontro con l’altro. Se non trova posto in noi l’esperienza che l’altro, anche il più diverso, è un bene, non un ostacolo, per la pienezza e la definizione del nostro io, nella politica come nei rapporti umani e sociali, sarà difficile uscire dalla situazione di stallo e di incertezza in cui ci troviamo. Riconoscere l’altro è la vera vittoria per ciascuno e per tutti, e a me sembra l’unica possibile leva per una ripartenza”.

Fonte: Vita.it