Emergenza sbarchi. Unhcr e Caritas richiamano il Governo alle sue responsabilità

cieE’ bastato qualche giorno di mare calmo per avere sbarchi a ripetizione e far collassare il sistema d’accoglienza made in Italy. Unhcr e Caritas lanciano l’allarme. Per la Caritas il problema è nella “mancanza di una linea comune di intervento”, così come l’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) evidenzia la necessità di una “regia centrale”.

Il responsabile immigrazione di Caritas italiana, Oliviero Forti fa il punto della situazione. I centri di accoglienza in Sicilia scoppiano, dopo gli ultimi arrivi dei giorni di Pasqua. Ma è un’emergenza annunciata, frutto di una “miopia del governo”, o meglio di una mancanza di volontà politica di gestire il problema immigrazione.  Il referente della Caritas, ricordando che ad oggi le organizzazioni che si occupano di dare accoglienza non sono state ancora convocate, afferma: “il Governo è fermo su una vicenda emergenziale che avrebbe richiesto solo qualche settimana di pianificazione. Questa mancanza di interlocuzione- continua Forti- è molto grave, perché siamo noi che mettiamo a disposizione strutture e volontari. Al ministro Alfano abbiamo dato la nostra disponibilità anche in incontri informali ma per ora incassiamo un nulla di fatto”.

 Stessa lunghezza d’onda per Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa di Unhcr Italia, che spiega come la situazione dell’accoglienza oscilli tra strutture che lavorano bene ed altre in totale emergenza, non adeguate ad accogliere rifugiati. “Tutto è lasciato alla buona volontà degli amministratori locali – continua la portavoce dell’Unhcr – Esistono  piani per rinforzare e rimodernare alcuni centri ma i lavori non sono iniziati. Il centro di Lampedusa, ad esempio, non ha ancora riaperto e con i suoi 800 posti in questo momento poteva aiutare. Questo crea un certo nervosismo negli amministratori locali – continua – per questo serve un piano che abbia una regia centrale. Alla radice di tutto c’è un problema finanziario e una difficoltà operativa, non credo che manchi la volontà politica di affrontare il problema”. 

Per Sami a destare preoccupazione è in particolare la situazione dei minori non accompagnati: “Sono tanti quelli che stanno arrivando e se si allontanano c’è un reale  rischio di abusi o di sfruttamento. Arrivano anche bambini molto piccoli che non mangiano da giorni. E a loro  è importante dare assistenza con cibo, latte e pannolini”. Sami ricorda che “Gli arrivi ingenti di questi giorni sono dovuti a una serie  di conflitti e di situazioni di instabilità che continuano a peggiorare anziché migliorare”.

La portavoce dell’Unhcr  sottolinea anche la necessità di contestualizzare la situazione italiana. Se è vero che i numeri stanno crescendo, va ricordato che le richieste di asilo in Italia sono rimaste sempre sotto le 30mila richieste all’anno, diversamente da altri Paesi europei come la Germania, alle prese con più di centomila nel 2013. La verità conclude Sami è che in Italia “siamo in grado di dare a queste persone ancora troppo poco, la prospettiva molto spesso è finire ai margini società mentre chi arriva vuole costruirsi una vita migliore e non finire su una panchina”. Per Sami, infine, non si può dire che la causa degli arrivi sia Mare Nostrum: “Senza questa operazione della marina militare i migranti non cesserebbero di arrivare. Continuerebbero a mettersi in viaggio, ma a differenza di oggi, ci sarebbero di nuovo tante bare sui moli delle nostre coste”.