30mila minorenni fuori famiglia in Italia

Fuori famiglia: dal Governo 10 milioni di euro in 3 anni per sostegno ai maggiorenni cresciuti in affido o case famiglia

L’iniziativa è uno degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018: un fondo triennale complessivo che metterebbe a disposizione di ogni regione poco meno di 200mila euro l’anno. Una proposta che va nella direzione dell’inserimento e della lotta alla marginalizzazione di questi giovani

30mila minorenni fuori famiglia in ItaliaUn emendamento alla Legge di Bilancio 2018 prevede l’istituzione di un Fondo triennale di 10 milioni di euro destinato ad essere suddiviso – per una somma di poco inferiore ai 200mila euro annuitra ciascuna delle regioni italiane. Un piccolo, chiaramente insufficiente, ma pur sempre significativo passo verso l’inclusione ed il riconoscimento dell’importanza del sostegno a quei giovani che fino al compimento del 18mo anno d’età erano minori fuori famiglia, accolti in case-famiglia, centri di accolienza o famiglie affidatarie. Ma che fino ad oggi, secondo la legge, divenuti maggiorenni avrebbero dovuto cavarsela da soli.

Una situazione che alimenta la loro marginalizzazione ed esclusione sociale, vanificando l’ingente sforzo – anche economico – sostenuto dallo Stato con i programmi di recupero e crescita per bambini e adolescenti senza o fuori famiglia fino alla maggiore età.

Come sottolinea Andrea Cippone, dell’associazione Terra dei piccoli Onlus e presidente del Comitato nazionale neomaggiorenni fuori famiglia in un articolo pubblicato da Vita.it, l’investimento statale per loro “è di circa 250mila euro a ragazzo fino al compimento del diciottesimo anno. Poi, con la maggiore età lo Stato termina il suo intervento”.

Oggi in Italia i minorenni ‘fuori famiglia’ sono circa 30mila, soprattutto bambini nati in famiglie con gravi problematiche personali, sociali o economiche. Nonostante l’aiuto nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, dopo i 18 anni migliaia di loro non possono rientrare nella famiglia di origine, nè hanno raggiunto una capacità di vita autonoma che li metta in grado di completare il percorso di studi e/o entrare nel mondo del lavoro. Per una parte di loro, questa nuova opzione potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza che li aiuta a trovare il riscatto personale e sociale che cercano.

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