Firenze: come passare dall’assistenza all’accoglienza

adozione-a-distanzaE’ stato firmato l’accordo di collaborazione tra ARCO- LAB ed Ai.Bi. al fine di accelerare, sulla base di ricerche e studi condotti da esperti e professionisti, un cambiamento concreto e profondo: da una logica di assistenza (il ricovero in comunità o in strutture residenziali) ad una cultura dell’accoglienza, incentrata sull’affetto della famiglia.

ARCO è un laboratorio universitario di ricerca-azione fondato nel 2008 da un gruppo di docenti dell’Università di Firenze, insieme ai professionisti dell’agenzia LAMA, società che offre servizi di consulenza. Attraverso attività di studio e ricerca sul campo, ARCO supporta enti pubblici e privati nella promozione dello sviluppo locale e nell’empowerment delle comunità.

La partnership sarà finalizzata, in particolare, al mutuo apprendimento ed allo sviluppo di programmi volti all’analisi qualitativa e quantitativa delle tipologie di accoglienza per minori in situazioni di abbandono: comunità educative, famiglie affidatarie e case-famiglia e dei diversi impatti che queste hanno nella crescita e sviluppo del minore accolto.

Le strutture di tipo familiare – per la loro configurazione e per il tipo di percorso che garantiscono al minore – nella maggior parte dei casi, rappresentano luoghi di accoglienza più adeguati ed efficaci. Le comunità educative, pur cercando di presentarsi come un’alternativa aggiornata e notevolmente più mite rispetto agli istituti del passato, non sempre creano le condizioni ideali per soddisfare i bisogni reali del bambino, fisici, affettivi e relazionali. Al minore manca quel processo di socializzazione primaria, di cui la famiglia è la principale protagonista e che è indispensabile per poter sviluppare la propria personalità e autostima. Il rischio è che tali strutture, nonostante abbiano avviato un processo di riconversione, presentino regole di funzionamento e rigidità di approccio che stimolano un atteggiamento passivo e privo di iniziativa da parte dei minori accolti. Ai bambini non viene data alcuna possibilità di esprimersi, o di poter scegliere se partecipare o meno a un’iniziativa, di essere valorizzati singolarmente, ciascuno con le proprie caratteristiche, le proprie debolezze e i propri punti di forza.

Il riconoscimento giuridico delle Case Famiglia come risposta al bisogno di relazione di un bambino in difficoltà o allontanato dalla sua famiglia di origine, una delle proposte cardine del Manifesto per una nuova legge sull’Accoglienza Familiare Temporanea di Ai.Bi., è tra gli obiettivi primari di questo accordo.

Si aggiunge un importante tassello di informazione sul tema dell’abbandono minorile in Italia. Grazie a questa collaborazione si punta ad approfondire la conoscenza del fenomeno nelle sue varie forme, allo scopo di poter meglio difendere il diritto dei bambini a vivere in famiglia. L’accordo sancisce una tappa fondamentale del percorso che Ai.Bi. ha intrapreso, avvalendosi di esperti e professionisti, sensibili ad una tematica spesso poco considerata.

Per dar vita a questo progetto Ai.Bi. ricerca istituzioni, aziende o privati cittadini interessati a finanziare parte della ricerca che servirà da base per l’avvio di nuovi servizi di accoglienza familiare, rispondenti ai reali bisogni dei bambini.