Francia. Cambia nome l’Autorità Centrale: l’adozione internazionale è una missione dello stato francese

 francia_aiIl Governo francese, in un comunicato pubblicato sulla sezione “Adottare all’estero” del suo sito, ha reso noto che, in data 5 giugno 2013, l’Autorità Centrale francese per le adozioni internazionali, sinora conosciuta come “Service pour l’Adoption Internationale (SAI)”, cambierà nome in “Mission de l’Adoption Internationale (MAI)”.

Benché si precisi che non è prevista “alcuna modifica delle competenze, dei poteri e risorse di bilancio e del personale della MAI, che rimangono gli stessi di quelli che aveva il SAI”, non si tratta solo di una formalità. Come consigliava il Rapporto Colombani del 2008 che suggeriva di passare le adozioni dalle competenze della presidenza del Consiglio a quella del Ministero degli Esteri, si rafforza l’attenzione sull’adozione internazionale nella Politica estera dello Stato francese.

Nel Rapporto, infatti, si leggeva: “Le procedure e sfide dell’adozione internazionale sollecitano fortemente la rete diplomatica e consolare francese. Se l’adozione non è un obiettivo della diplomazia, essa è nondimeno oggetto di problematiche diplomatiche: la protezione dell’infanzia, a partire da quella dei minori adottati, affermata dalla convenzione dell’Aja, fa parte dei doveri degli Stati che devono garantire che le adozioni internazionali abbiano luogo nell’interesse superiore del minore e nel rispetto dei diritti che gli sono riconosciuti. Di conseguenza, le reti consolari, in certi Paesi di origine importanti, sono in prima fila per il rilascio dei visti di adozione. Essi costituiscono inoltre, all’interno delle ambasciate, dei punti di appoggio preziosi per l’autorità centrale francese, per l’osservazione delle legislazioni nazionali e per gli operatori sul terreno, ai quali essi possono apportare sostegno e appoggio”.

Vista la caduta libera delle adozioni internazionali in Francia, il Rapporto Colombani era stato commissionato nell’ottobre del 2007 dall’allora presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, a un intellettuale di prestigio, Jean-Marie Colombani, già direttore del quotidiano Le Monde (nonché genitore adottivo) che, in data 19 marzo 2008, aveva presentato un corposo ed estremamente articolato Rapport sur l’adoption (349 pagine), redatto in collaborazione con uno staff di esperti di alto profilo.

Le conclusioni contenute in questo importante documento erano state alla base della riorganizzazione dell’autorità centrale francese realizzata nel 2009: la Francia aveva deciso di inserire l’adozione tra i campi delle grandi politiche pubbliche e di renderla oggetto di un piano d’azione interministeriale dando il via alla riforma che ha condotto all’assetto attuale dell’autorità centrale francese che è diretta da un Ambasciatore.

Quello che caratterizza dunque il sistema francese è, non solo l’attuale direzione dell’autorità centrale ad un Ambasciatore anziché ad un Ministro (come invece avviene in Italia), ma anche il fatto che gli uffici dell’autorità centrale fanno oggi parte del Dipartimento competente per le attività consolari.

Ed è quanto il Manifesto di Ai.Bi. “Oltre al crisi” sulla proposta di riforma di legge ha da sempre indicato:Trasferire la Commissione per le Adozioni internazionali presso il Ministero Affari Esteri e affidarne la presidenza all’Ambasciatore per le Adozioni internazionali; attribuire ad un funzionario presso ogni Ambasciata la competenza sulle adozioni internazionali; attivare una linea di finanziamento per i progetti di cooperazione volta a garantire la sussidiarietà delle adozioni di minori nei Paesi in cui l’Italia adotta”.