Francia: “la kafala non è più un argomento tabù”

Da cinque anni, Malika Bouziane è presidente dell’Associazione francese dei genitori adottivi di bambini accolti tramite la kafala. L’associazione è composta solo da genitori che hanno già ricevuto in Francia, almeno un bambino nato in Marocco o in Algeria. La presidente intervistata dal quotidiano online Yabiladi.com ha fatto un’analisi della situazione francese mettendo in evidenza i passi che sono stati realizzati negli ultimi anni. Secondo recenti statistiche, ogni anno, in Francia arrivano 300 bambini tramite la kafala.

In questi anni ci sono stati sviluppi sulla kafala in Francia?

Sì, la kafala non è più un argomento tabù. Anche se alcune nostre considerazioni non sono ancora ascoltate, rileviamo però, che i genitori con disponibilità finanziaria e requisiti psicologici e materiali, ricevono il visto per il loro bambino.
Di contro però la kafala non è ancora considerata come un’adozione, ma è intesa come una tutela o una delega, mentre in realtà è molto di più. E’ una storia che si sta costruendo tra i bambini e i genitori, una storia che durerà tutta la vita.

I genitori che lottano per ottenere i visti e portare a casa il loro bambino, come fanno?


Fanno domanda libera o in gruppo, alcuni otterranno esito positivo, altri no. Ma dobbiamo anche sapere che il rifiuto del visto è spesso dovuto al fatto che i genitori biologici del bambino sono ancora vivi. In questi casi viene considerato l’interesse superiore del bambino.

Nella vostra associazione, i genitori adottivi sono solo marocchini o hanno la doppia cittadinanza?

La maggior parte dei nostri iscritti ha la doppia cittadinanza, essi si rivolgono ai loro paesi d’origine per accogliere un bambino e portarlo in una famiglia dove potrà ricevere amore e sicurezza. Seguono un percorso che non è diverso da quello dei genitori che si rivolgono all’adozione internazionale.

(Fonte: http://www.yabiladi.com – 20/6)