Gabicce 2015. Bernicchi (Ai.Bi.): “La trasparenza dei costi non è un’utopia. Servono verifiche vere e sanzioni severe come previsto dalle buone prassi della Conferenza de L’Aja”

soldi-mazzettaLa trasparenza dei costi nel mondo delle adozioni internazionali? Non è un’utopia. Per realizzarla basterebbe avere ben chiare la gravità del danno apportato a famiglie e bambini da parte di chi mette in atto condotte illecite e la necessità che a questi ultimi venga comminata una pena proporzionata. Lo assicura Cinzia Bernicchi, consulente di Amici dei Bambini, che aprirà la tavola rotonda prevista nell’ambito del convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, in programma a Gabicce Mare, in provincia di Pesaro e Urbino, il 26 e 27 agosto. Un’occasione, promossa e organizzata da Ai.Bi., che vedrà confrontarsi tra loro i rappresentanti dei diversi attori del settore: istituzioni, enti autorizzati, famiglie, Paesi di origine e di accoglienza dei minori adottati.

Parlando di trasparenza dei costi, Bernicchi fa riferimento alla “Summary list of good practices in the financial aspects of intercountry adoption”, il documento di riferimento per gli Stati, le Autorità Centrali e gli enti, nella gestione degli aspetti finanziari dell’adozione internazionale. Un elenco di buone prassi predisposto a giugno 2014 da un apposito gruppo di esperti nominato dalla Conferenza de L’Aja.

“Il documento detta una serie di linee guida da seguire per rendere l’adozione internazionale un settore trasparente dal punto di vista dei costi – spiega Cinzia Bernicchi -. Per esempio viene giustamente enfatizzata l’importanza di tenere separati i costi reali dell’iter adottivo da eventuali donazioni o sostegni a progetti di cooperazione condotti dallo stesso ente. Insomma si raccomanda una distinzione analitica delle varie destinazione d’uso dei costi sostenuti dalle famiglie”.

Le famiglie, appunto. È noto come la crescente disaffezione di queste ultime al mondo dell’adozione (in Italia le coppie che fanno richiesta di idoneità sono 500 in meno ogni anno) sia frutto di costi troppo alti e di pratiche poco trasparenti, come la piaga delle frequenti richieste di portare all’estero soldi in contanti in nero. “Le linee guida de L’Aja – ricorda Bernicchi a questo proposito – dicono che tutti i pagamenti devono essere effettuati in modo tracciabile e devono transitare dall’ente a cui spetta l’obbligo di emettere regolare ricevuta. Le coppie pertanto non possono essere messe in condizione di dover effettuare pagamenti diretti, in contanti e senza ricevuta”.

Il compito di verificare la coerenza e la congruità dei costi spetterebbe poi alle diverse Autorità Centrali, chiamate a cooperare tra loro a questo scopo. “I Paesi di origine e quelli di accoglienza – ricorda la consulente di Ai.Bi. – dovrebbero controllare che le somme richieste dai primi siano le stesse per tutti i secondi”.

E non solo. Alle verifiche sulla trasparenza dovrebbero essere sottoposti tutti gli attori del sistema. “Per esempio con un audit esterno annuale”, come la certificazione del bilancio. “A fronte di quanto emerge da queste verifiche – Bernicchi cita ancora il documento de L’Aja -, dovrebbero essere previste sanzioni adeguate e sufficientemente severe affinché siano efficaci strumenti dissuasori”.

A che punto è l’Italia sul fronte della trasparenza contabile nelle adozioni internazionali? “Il nostro Paese, fino a oggi,  ha fatto tesoro di alcune buone prassi, già messe in pratica o almeno enunciate, mentre su altri punti l’Italia deve ancora attrezzarsi per attuarli”. Un punto della situazione del nostro Paese in materia sarà oggetto proprio dell’intervento di Cinzia Bernicchi al convegno di Gabicce.