Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia. L’appello del Papa “alla coscienza di tutti, istituzioni e famiglie, affinché i bambini siano sempre protetti e il loro benessere venga tutelato”

papaIn vista della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia (20 novembre),  ricorrenza della firma della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York nel 1989) sono stati i diritti dei minori e la tutela dei più piccoli i due punti fondamentali affrontati da Papa Francesco nell’ultima udienza generale prima della chiusura della Porta Santa di San Pietro.

Il Papa ha fatto “appello alla coscienza di tutti, istituzioni e famiglie, affinché i bambini siano sempre protetti e il loro benessere venga tutelato, perché non cadano mai in forme di schiavitù, reclutamento in gruppi armati e maltrattamenti”.

Auspico che la Comunità internazionale possa vigilare sulla loro vita, garantendo ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all’educazione, perché la loro crescita sia serena e guardino con fiducia al futuro”, ha aggiunto il pontefice.

Secondo il Rapporto Unicef 2016 sulla situazione dell’infanzia nel mondo, negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi nel salvare le vite dei bambini, riportandoli a scuola e aiutando le persone ad uscire dalla povertà. Il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, dal 1990 a oggi, è più che dimezzato e in paesi come Etiopia, Liberia, Malawi e Niger il tasso è sceso di oltre due terzi.

Tuttavia, se la comunità internazionale non si concentrerà sulla drammatica situazione dei bambini più svantaggiati, entro il 2030 (data conclusiva degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per cause prevalentemente prevenibili, 167 milioni di bambini vivranno in povertà, 750 milioni di donne si saranno sposate da bambine e oltre 60 milioni di bambini in età da scuola primaria saranno esclusi dalla scuola.

Le situazioni più tragiche si trovano nell’Africa Subsahariana. Inoltre, le emergenze umanitarie e le crisi perduranti in 35 Stati hanno costretto almeno 75 milioni di bambini tra i 3 e i 18 anni di età a interrompere il ciclo dell’istruzione. 17 milioni di loro sono rifugiati, sfollati o appartenenti a categorie a rischio.