Giovani adottati: l’altra lezione di Mario

Griffini: «Balo, un esempio per tanti ragazzi adottati»

Che sia un campione in campo, ormai non si discute più. Ma che fosse un campione anche fuori, qualche dubbio c’era, almeno fino a giovedì 28 giugno dopo la semifinale vinta contro la Germania, quando Mario Balotelli è corso ad abbracciare la madre Silvia in tribuna, e poco dopo in tv ha detto parole toccanti: “L’unica cosa che speravo era fare contenta mia mamma. Questi gol sono per lei, in assoluto”. Una mamma, che come hanno visto tutti gli italiani in diretta, ha la pelle di un colore diverso. SuperMario infatti è un figlio adottivo, e per i ragazzi adottati come lui “è un vero idolo, in tantissimi si identificano in lui”, come dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.

Cosa ha pensato quando ha visto l’abbraccio di SuperMario alla mamma?
Che quella era la sua mamma, la vera mamma, punto. E’ stata la prima volta che ho visto Balotelli veramente commosso, con gli occhi lucidi. Bello, una cosa bellissima. Soprattutto perché un gesto così ha sicuramente contribuito a togliere tanti pensieri, tante preoccupazioni dalla testa di moltissimi ragazzi adottati, che si interrogano, dubitano… Mario ha dimostrato che i genitori adottivi sono “i” genitori, e basta. Il suo gesto vale più di mille parole.

Una lezione inaspettata da un ex ragazzo terribile…
Sì, credo che sia maturato. Noi di Ai.Bi. l’avevamo contattato anni fa, speravamo accettasse di diventare un nostro testimonial, o meglio un testimonial della bellezza dell’adozione. Allora non accettò: era giovanissimo e distratto da molte cose. Oggi ho visto in lui una persona diversa, più responsabile. Spero che questa crescita si possa tradurre  in futuro anche in un impegno più diretto nella solidarietà, e in particolare nel nostro settore, per dare coraggio a tanti ragazzi che hanno avuto la sua stessa esperienza.

Quale messaggio potrebbe portare Balotelli?
Un messaggio positivo, di successo e sicurezza, nonostante le avversità della vita. Anche lui infatti ha dovuto attraversare diverse vicende, anche dolorose, ma ne è saputo venir fuori alla grande grazie alla sua famiglia e alla fiducia in se stesso. Ecco, è proprio questa che manca a tanti figli adottivi: si sentono fragili, insicuri. Mario è la prova che si può essere diversi. Certo, non tutti hanno il suo talento, ma tutti hanno quello che ha reso così forte questo campione: una famiglia che li ama.

(Da Vita,  Gabriella Meroni, 29 Giugno 2012)