bambino abbandonato bari

Giovannino: “C’è da sperare che non sopravviva”. Medico radicale nella bufera. Griffini (Ai.Bi.): “La vita è sempre un dono”

Il Dipartimento di Ostetricia del Sant’Anna propone l’avvio di un procedimento disciplinare contro il dottore

bambino abbandonato bariLa storia di Giovannino, abbandonato dai genitori all’ospedale Sant’Anna di Torino dopo la diagnosi di Ittiosi Arlecchino, una rara e gravissima patologia, ha commosso l’Italia. Una vicenda che, però e purtroppo, oltre alla gara di solidarietà e d’amore per adottare il piccolo, registra anche le sconcertanti dichiarazioni del medico Silvio Viale, dirigente proprio nel nosocomio torinese, il quale ha affermato, tra le polemiche, di comprendere la scelta dei genitori e di augurarsi la… non sopravvivenza del bimbo.

Il medico, dopo aver definito addirittura “penosa” la gara di solidarietà partita con le tante richieste di adozione per il bambino, ha ulteriormente precisato il suo pensiero su Facebook con un post. “All’Ospedale Sant’Anna di Torino la riservatezza è stata mantenuta per mesi, ma ora, che la notizia è di pubblico dominio, una riflessione è necessaria – ha scritto Viale, già militante, tra l’altro, del Partito Radicale ed ex presidente del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani, oltre che dirigente dell’Associazione Luca Coscioni e convinto abortista – Comprendo perfettamente la scelta dei genitori di non riconoscere il neonato. Una scelta doppiamente dolorosa, perché giunta improvvisa al termine atteso di una gravidanza desiderata. Chiunque di noi, potendo conoscere la diagnosi durante la gravidanza, abortirebbe. Chiunque di noi dovrebbe cercare di identificarsi con i genitori. Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca. C’è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte. Ora molti si offrono di accoglierlo, tra questi il Cottolengo, che ha una lunga esperienza per i casi più disperati. L’augurio e che possa trovare un ambiente accogliente, riservato, che lo assista amorevolmente per il periodo che sarà necessario. Non dobbiamo essere eroi, ma rimanere pietosi nelle avversità, senza l’arroganza di ergersi a giudici di quello che pensiamo non saremo mai. Quei genitori, qualunque cosa pensassero prima della ‘disgrazia’, siamo tutti noi”.

Quel “c’è da sperare che non sopravviva”, ha ovviamente generato numerose e comprensibili critiche, tanto che il dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino ha proposto l’avvio di un procedimento disciplinare per “non conformità del comportamento” al Regolamento disciplinare e al Codice etico.

“Al di là degli aspetti formali – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini – si pone il tema del rispetto della vita. Viviamo in una democrazia e dunque ciascuno è libero di pensarla come crede, certamente. Ma la vita è sempre un dono”.