I guai del lockdown. L’insonnia dei bambini. Che disegnano le loro paure

Un’indagine dell’IRCCS Gaslini rivela i danni provocati dalle misure contenitive e dall’epidemia per la psiche dei minori

Tre mesi senza scuola, amici, svago. Tre mesi di paura, tra notizie allarmanti che ogni giorno facevano capolino sugli schermi televisivi. Tre mesi di inferno per i bambini e gli adolescenti (e i loro genitori) a causa della pandemia di Coronavirus, che hanno lasciato dei segni pesanti sui minori. La prova viene ora da un sondaggio realizzato dall’IRCSS “Giannina Gaslini” e dall’Università di Genova su un campione di 6.800 soggetti (3.245 le famiglie interpellate con figli minori a carico) da tutta Italia (in particolare dalle regioni del Nord e dell’alta Toscana, le aree cioè più colpite dal virus). “Gli intervistati – spiega il quotidiano Avvenirehanno risposto in forma anonima a un questionario pubblicato sul sito web dell’istituto che è stato raccolto a quindici giorni di distanza dall’inizio dell’isolamento, cioè tra il 24 marzo e il 3 aprile. A guidare la ricerca, il neurologo Lino Nobili, direttore del Dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’ospedale ligure, dove è stato aperto un ambulatorio dedicato proprio alla cura delle sindromi da lockdown sui bambini”.

Lockdown. Nei bambini l’insonnia non è l’unico disturbo

Sindromi che sono risultate evidenti dai risultati della ricerca. “Nei bambini e nei ragazzi dai 6 ai 18 anni (…) i disturbi più frequenti – sottolinea infatti l’indagine – hanno interessato la componente somatica (con l’ansia protagonista) e i ritmi del sonno (difficoltà nell’addormentarsi e nello svegliarsi per iniziare le lezioni telematiche a casa)”. Sono inoltre stati presenti casi di “enuresi” (meglio nota come “pipì a letto”) ed “encopresi” (emissione involontaria di feci). Questi hanno colpito soprattutto i più piccoli, mentre gli adolescenti sono stati investiti da “ritardo di fase”: ovvero la tendenza ad andare a letto tardi e ad alzarsi malvolentieri al mattino. Una sorta di “jet lag” senza uscire di casa. Quasi tutti, più e meno piccoli, hanno manifestato “aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore“. Insomma, se per arrestare il contagio è stato forse indispensabile, per quanto riguarda la psiche dei più giovani il lockdown ha fatto tutt’altro che bene.

Lockdown e insonnia dei bambini. Quei bimbi che disegnano le loro paure

 “Il lockdown – ha spiegato infatti Paolo Petralia, direttore generale dell’Istituto Gasliniha davvero segnato i nostri bambini con vari tipi di regressione, problemi che magari si erano superati e che si sono ripresentati come paura del buio e pianto inconsolabile, difficoltà di addormentamento e ansia da separazione. Le parole chiave che abbiamo colto più spesso riportate nelle parole e nei disegni dei bambini al di sotto dei 6 anni sono state ‘ho paura’ e ‘brutto’“. “È importante oggi essere consapevoli – ha invece detto il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampadi quanto le misure di chiusura e isolamento assunte dal governo, che pure hanno messo in sicurezza la salute degli italiani abbiano pesato su bambini, bambine e adolescenti, quelli che hanno pagato un prezzo particolarmente alto durante il lockdown: per questo oggi dobbiamo fare in modo di accompagnarli per mano fuori per far ritorno a una quotidianità che vorremmo fosse più bella e sicura possibile”.

Ecco. Proprio il ritorno alla quotidianità, a una normale quotidianità, è quello che forse ancora manca per i bimbi italiani, alle prese con mascherine e distanze, con genitori assenti per lavoro e l’assenza dei consueti spazi (non solo fisici) di svago. E, visti questi dati, c’è da sperare che avvenga presto. Molto presto.