I problemi delle adozioni in Colombia: ecco che cosa è realmente accaduto

Si moltiplicano da tempo sul Forum gli interventi a proposito dei problemi con cui l’adozione ha dovuto scontrarsi in Colombia. Una notizia giunta direttamente dal Paese fa chiarezza sulla questione.

È in atto una campagna mediatica diffamatoria contro le adozioni. A partire dalla fine di marzo 2012 l’ICBF (Instituto Colombiano de Bienestar Familiar), l’Autorità a cui fa capo il sistema di protezione dei minori e della famiglia in Colombia, ha iniziato una serie di controlli a tappeto su 1.300 casi di minori in stato di adottabilità. Le revisioni coinvolgono tutti i bambini adottabili, sia quelli non ancora abbinati sia, purtroppo, quelli già abbinati e di prossima adozione.

L’ICBF è stato infatti messo sotto accusa da una sentenza della Corte Costituzionale colombiana a seguito dell’adozione nazionale di una minore, conclusa nel 2005. Si è scoperto che la ragazza, anche dopo la chiusura della procedura adottiva, continuava a parlare di un suo parente, il nonno, che non compariva nelle indagini psico-sociali che hanno portato la minore ad acquisire lo status di adottabilità. La Corte si è espressa nel novembre 2011 con la sentenza T-844/11, ordinando che la minore (ormai divenuta maggiorenne) tornasse a vivere con la sua famiglia d’origine estesa.

Il caso ha avuto una vasta eco mediatica. A partire da domenica 8 aprile una trasmissione televisiva dell’emittente colombiana Caracol TV, dal nome Septimo Dia, che normalmente si occupa di casi di denuncia, ha programmato 5 puntate dedicate al mondo dell’adozione (nazionale quanto internazionale).

La prima puntata ha suscitato grandissimo scalpore, privilegiando un taglio – più sensazionalistico che fondato – che muove pesanti accuse all’ICBF, incolpato di non tutelare gli interessi dei minori bensì quelli dei professionisti che lo compongono. Le insinuazioni riguardano il sospetto che, attraverso il business delle adozioni, gli operatori si arricchiscano alle spalle delle famiglie biologiche.

La trasmissione ha inoltre accusato le IAPAS (Istituzioni Autorizzate a gestire procedure di adozioni, in aggiunta all’ICBF) di essere associazioni che favoriscono la compravendita di minori e che impongono dei tariffari molto alti. Accuse anche agli enti autorizzati: si starebbero arricchendo alle spalle delle famiglie adottive, secondo il pensiero che il processo adottivo dovrebbe essere completamente gratuito e perciò i pagamenti effettuati in materia di adozioni non sarebbero giustificabili.

La Procura Generale della Colombia ha avviato, proprio a partire dal mese di aprile 2012, una serie di indagini nei confronti sia dell’ICBF che di cinque IAPAS di Bogotà. Saranno volte a verificare le procedure seguite per portare a termine le adozioni di minori, nonché per verificare le donazioni effettuate dai genitori adottanti.