Idoneità ai Tribunali dei Minorenni? Il 78% dice no

foto tribunale minori200L’Italia è troppo spesso il fanalino di coda delle classifiche virtuose e sul podio di quelle deteriori. Nel contesto delle adozioni internazionali, sul tema dell’attribuzione della competenza per il rilascio dell’idoneità ai Tribunali per i Minorenni l’Italia non ha rivali, semplicemente è sola. Siamo rimasti infatti l’unico paese europeo ad assegnare ancora ai Tribunali per i Minorenni questa competenza.

Abbiamo chiesto ai più attenti lettori di AiBiNews di rispondere a questa domanda: “Secondo voi, deve essere il Tribunale a decretare l’idoneità di una coppia all’adozione?”

A fronte di un 28% di risposte positive al quesito, il 72% si è dichiarato non favorevole all’attribuzione dell’idoneità di una coppia all’adozione da parte del Tribunale dei Minorenni.

Sulla lentezza dei Tribunali si è pronunciata Paola, moglie di una coppia che ha iniziato il percorso adottivo nel 2008 e sta ancora aspettando il decreto d’idoneità del Tribunale per i Minorenni. “Dopo un iter di colloqui con i servizi eseguiti sempre in presenza di psicologo e assistente sociale,che tra l’altro alla lettura della relazione ci hanno ritenuti più che idonei ad adottare fino a 1 o 2 minori, – ha denunciato Paola – ora ci troviamo ostacolati perché ci manca un certificato medico relativo alla mia situazione di salute che il giudice onorario con il quale abbiamo avuto il colloquio vuole a tutti i costi inserire nella pratica altrimenti la tiene bloccata. Tutto questo in un contesto nel quale l’iter dovrebbe essere di 6, 8 mesi al massimo!”

Sulla totale  inadeguatezza di taluni giudici si è espressa Lucia, moglie di una coppia che ha rinunciato, in preda allo sconforto, al ricorso per la richiesta del decreto d’idoneità: “Dopo una relazione strapositiva degli psicologi, abbiamo trovato una “giudice” di Milano inadeguata anche a detta degli operatori sociali. Sensibilità , umanità, gentilezza ed educazione inesistenti. Avremmo dovuto far ricorso, ma la demoralizzazione e i mezzi finanziari ci hanno detto di lasciar perdere.”

Un approccio, quello dei Tribunali, che sovverte ogni ragionevolezza nella valutazione. Lo ha evidenziato Roberto, marito di una coppia in attesa d’idoneità:“La prassi per le adozioni italiana si traduce nella ricerca della genitorialità perfetta e in un percorso molto lungo nel quale la focalizzazione non è sul bambino e sulla futura famiglia, ma prende la decisione.”

Nel 28% di favorevoli si colloca invece Gennaro, che non ritiene fondate le critiche ai Tribunali:Non sono d’accordo con questa posizione; nella mia esperienza, il Tribunale è stata l’unica istituzione di riferimento nella quale ho trovato ascolto e realismo. La psicologa e l’assistente sociale si sono limitate al loro misero compitino, con una relazione sì positiva, ma superficiale e scritta in modo tale da rischiare di compromettere tutto l’iter. Mai e poi mai vorrei che fosse loro l’ultima parola per una pratica adottiva. Almeno non finché il loro grado di preparazione e di pro attività resta questo.”

Decisamente tranciante, infine, il giudizio di Giorgio sui Tribunali:“Considero da sempre l’iter giuridico per l’idoneità già di per sé un “abominio giuridico”.Ditemi voi in quale situazione, in un paese democratico, in sede di dibattimento (camera di consiglio, dove si decide l’idoneità o meno della coppia) manca del tutto la parte in causa (la coppia o un suo legale rappresentante).
Un po’ come dire che in un processo l’imputato (o il suo legale) non sia previsto ci sia e non abbia alcuna possibilità di “difendersi”!

Il risultato del sondaggio non lascia comunque spazio a incertezze: nella società civile è ben presente e capillarmente diffusa la consapevolezza che sono altri i soggetti che dovrebbero essere preposti a decretare l’idoneità. Le coppie che vogliono adottare devono essere accompagnate da operatori competenti e qualificati in questo ruolo delicato, non dalla selezione giudicante di un Tribunale.