Il secondo appello dei genitori di Valeriy. “Possibile che in Italia non ci sia una famiglia che voglia adottare il fratello di nostro figlio?”

adozioni-bielorussia11E’ stato lui a chiedercelo. Guardando la foto di quel fratello mai conosciuto, da cui è stato separato alla nascita, ci ha detto: ‘Mamma, papà per favore trovatelo’ e portatelo qui”. A parlare è  Cristina (nome di fantasia come tutti quelli presenti nell’articolo), mamma adottiva di Valeriy, un bambino dell’Europa dell’Est di 7 anni, arrivato in Italia da circa 2.

Pensava di potersi buttare alle spalle gli anni passati in istituto, i ricordi di un’infanzia rubata: abbandonato dalla sua mamma biologica alla nascita, non ha mai conosciuto l’affetto di una famiglia. E soprattutto non ha mai saputo di avere due fratelli, una sorella (Irina) e un fratello (Sergeji) più grande, che prima di lui erano stati affidati ad un istituto diverso dal suo. Ignorando così l’uno l’esistenza degli altri.  

Trascorre qui i primi 5 anni della sua vita quando finalmente qualcuno si “accorge” di lui: Cristina e Francesco, i suoi genitori adottivi. Così a 5 anni la vita di Valeriy, di bambino solo e abbandonato, sembra cambiare: una coppia di Roma lo adotta e lo porta in Italia. Può ricominciare a vivere. Ma le “sorprese” non sono finite: un giorno i suoi genitori adottivi scoprono che il loro Valeriy non è solo al mondo. Non lo è mai stato: ha due fratelli. Irina e Sergeji : la prima è stata adottata da una coppia di Torino, ma Sergeji no. E’ ancora da solo in istituto dell’Europa dell’Est.

Sorpresa, stupore che si trasforma in desiderio di trovarlo. Di Ri-trovare il fratello mai avuto. Da qui la richiesta di Valeriy di rintracciarlo. “Quando gli abbiamo fatto vedere la foto – racconta Cristina – aveva gli occhi stralunati. All’improvviso scopriva che non era mai stato solo: aveva ben due fratelli. Ma se Irina ora può vederla, incontrarla e imparare a conoscerla: Sergeji no”.

“E’ stato per lui come vivere sulla sua pelle – precisa mamma Cristina – per la seconda volta il dolore dell’abbandono. Non suo questa volta, ma quello del fratello”.

Cristina e Francesco per amore di Valeriy si mettono subito “in movimento”: presentano la domanda di adozione che però non viene accolta dal Tribunale per i Minorenni che gli pone contro uno dei decreti vincolati legati all’età del loro primo figlio. Impossibile per loro, quindi, portare in Italia Serghej.

“Il pensiero però di sapere che il fratello di nostro figlio – racconta Cristina con la voce ancora rotta dall’emozione – si trova da solo in istituto ci distrugge. Non dormiamo la notte e Valeriy è afflitto. Prova dolore: sa di avere un fratello, che esiste in qualche parte nel mondo, ma non può abbracciarlo”.

Il decreto vincolato emesso dal Tribunale ha piegato le loro speranze, ma non le ha spezzate. “Se non possiamo essere noi a portare Serghej in Italia – dice Cristina – può farlo però qualcun altro!” Da qui l’idea di lanciare un appello forte: “Adottate il fratello di nostro figlio!”

“Permettete a questi tre fratelli di essere una famiglia – rincarano Cristina e Francesco -. Basterebbe che una coppia adottasse Sergeji per rendere felici tre bambini separati alla nascita ma che grazie all’adozione potrebbero ritrovarsi”. Adottare Sergeji vorrebbe dire farlo uscire dall’istituto e quindi la libertà di guardare negli occhi Irina e Valeriy e riconoscere nei loro lineamenti, il legame che li unisce.

Serghej, che ha 14 anni, è stato dichiarato adottabile per le coppie straniere dall’inizio del 2011. Non ha problemi di salute, è un ragazzino dolce, affettuoso, molto sensibile, socievole e sognante, ma anche curioso, pulito e parsimonioso. E soprattutto ha il diritto di trovare dei nuovi genitori e di venire in Italia, dove potrà rivedere i suoi fratelli, che già lo aspettano con ansia: pronti a giocare con lui, a insegnargli una nuova lingua, a gustare le prelibatezze del nostro Paese.

Chi fosse interessato ad adottare Serghej, può comunicare la propria disponibilità e chiedere maggiori informazioni scrivendo all’indirizzo mail cercounafamiglia@aibi.it oppure chiamare al numero 02/988221: questo ragazzino, infatti, è uno dei minori inseriti nella rubrica Figli in Attesa sul sito di Ai.Bi.