Il sindaco di Roma cancella il servizio sperimentale per le famiglie. Forum Famiglie Lazio: «Una scelta grave, a danno del territorio e dei cittadini»

marino«È molto grave la scelta operata nei giorni scorsi dall’Assessorato alle politiche Educative e Scolastiche di Roma Capitale di annullare completamente, con una determinazione dirigenziale, la delibera n.1618 del 01/08/2013, ossia la realizzazione di interventi di utilità sociale e d’interesse pubblico previsti dal piano Assessorile Famiglia a 360°: “Diventiamo Famiglia e Cresciamo in famiglia“».

Con queste parole Emma Ciccarelli, Presidente del Forum Famiglie Lazio, associazione che rappresenta nel Lazio e su Roma ben 50 associazioni che a vario titolo si  occupano di famiglia, ha commentato l’operato della giunta capitolina in materia di politiche familiari, aggiungendo «Bisogna che i cittadini sappiano di cosa sono stati privati: il bando in questione istituiva nel XIII Municipio un servizio sperimentale atto a permettere sia alle coppie che desideravano sposarsi sia a quelle già sposate, di acquisire strumenti e competenze maggiori nella gestione della vita familiare, nella relazione di coppia e nella funzione genitoriale. Un intervento, dunque, di politica familiare volto a prevenire i drammi del femminicidio e le forti lacerazioni, per le parti in causa e per eventuali minori coinvolti, che ogni fragilità familiare comporta. Quindi, uno strumento di sostegno concreto alle famiglie».

«Siamo veramente e negativamente stupiti che un bando capace di dar vita a un importante progetto venga eliminato con un colpo di spugna e senza fornire alcuna motivazione», ha continuato la Presidente Ciccarelli, «un atto, questo, che arriva subito dopo la cancellazione del Quoziente Roma dalle linee guida di Roma Capitale. Insomma, i fatti dicono che la famiglia è uscita tanto dal lessico quanto dalle priorità di Roma Capitale».

E sull’operato della giunta Marino, il Forum delle Associazioni Familiari del Lazio sottolinea come la prima conseguenza grave di questo modo di amministrare la città sia l’evidente e sistematico abbattimento di tutto ciò che di positivo era stato fatto ed avviato a Roma per la famiglia costituzionale.

«Senza contare che cancellare in toto un bando senza fornire alcuna motivazione in merito non è di certo un comportamento rispettoso nei confronti dei cittadini e dei contribuenti che indirettamente lo finanziano, delle famiglie che ne avrebbero beneficiato, e del bene comune che ne sarebbe scaturito. Bene comune che proprio nella famiglia trova radici e struttura.

Ci chiediamo, quindi, se il prodigarsi in via prioritaria a favore della diversità non sia la premessa per non riconoscere anche le legittime esigenze di quanti occupano un posto “comune” ma senza dubbio rilevante nel tessuto sociale di Roma Capitale.

La famiglia non ha connotazione politica: è una risorsa costituzionalmente rilevante per tutta la società. Alle famiglie, così come al Forum, interessa ricevere soluzioni concrete ai propri bisogni, anche collaborando con le Istituzioni per metterle in campo se è necessario. La nostra priorità, sono il come e il quando di queste risposte, non certo il chi le fornisce. Vogliamo ricordare infatti che già la giunta Veltroni finanziò un progetto analogo a quello che oggi è stato cancellato, segno che le necessità delle famiglie non sono né di destra né di sinistra e che già allora la prevenzione delle fragilità familiari era considerata un intervento prioritario.

Insomma, quello che chiediamo ai nostri amministratori è di non procedere all’illogica distruzione di quanto precedentemente attuato dalla giunta uscente: bisogna valorizzare ciò che ha portato o può portare frutto alla nostra città, trasformandolo in consolidate e virtuose “buone prassi”.

Chiediamo un confronto democratico con il Sindaco e con la Giunta sulle politiche familiari, fatto di dialogo e di ascolto, un confronto che sino ad oggi non ci è stato concesso.

Concludendo, moltissime sono le cose da fare per migliorare la qualità della vita nella nostra città, ma l’attivismo di questa giunta rischia di rimanere vuoto se, cancellando quei provvedimenti buoni che pur esistono, darà risposte solo a bisogni che attirano più clamore mediatico ma non affrontano i veri problemi della città, come il lavoro, la viabilità, le nuove povertà, le sempre maggiori fragilità delle famiglie romane, ormai provate dalla crisi. Non servono risposte scollegate dalle domande, bisogna ascoltare i cittadini e le famiglie e ripartire dai bisogni più veri ed urgenti del territorio».