Il Sostegno a distanza non è un detersivo! La nuova legge vieta la pubblicità pagata dalle associazioni per raccogliere fondi

logo_SetSD1Le multinazionali della raccolta fondi hanno trasformato il Sostegno a Distanza in un detersivo! Non è una frase ad effetto, è un dato numerico: la durata media dei SaD sottoscritti dagli italiani (stiamo parlando di 1,5  milioni di persone, per un ammontare di 500 milioni di donazioni private) è stimata intorno ai tre anni, una durata inferiore a quella di una sottomarca di lavatrici o di una televisione. Il SaD viene vissuto dalla maggioranza dei sostenitori come un “bene di consumo” che viene rapidamente goduto e altrettanto rapidamente sostituito.

Il concetto dell’usa e getta si è esteso anche allo spazio della gratuità e della donazione, prendendo il posto del principio che è alla base di ogni vero sostegno: la relazione.

Non è solo necessaria una legge che regolamenti quello che ancora oggi è un ‘far west’ dove ogni organizzazione può ricorrere a qualsiasi espediente pur di accaparrarsi un sostegno in più. E’ necessaria una nuova consapevolezza, etica e concettuale, che rifondi il Sostegno e salvaguardi la relazione unica che si instaura fra sostenitore e sostenuto.

Per sensibilizzare su questi temi, Ai.Bi. dedica tutto il mese di settembre a una serie di iniziative per promuovere il Sostegno “senza” Distanza ponendo l’accento proprio su quel “senza” che deve diventare patrimonio condiviso e obiettivo dei futuri passi legislativi.

Il manifesto dell’Ssd è pronto e le sue linee guida sono state discusse e presentate agli stati generali dell’associazione a Gabicce. Il prossimo passo sarà la presentazione di una legge per regolamentare l’intero sistema.

I punti salienti?

Due le linee guida ispiratrici del manifesto: meno bene di consumo, più relazione.

Meno bene di consumo: in questa direzione va una riforma legislativa che consenta di passare dalla “autoregolamentazione” ad una legge volta specificamente a disciplinare il SaD in Italia; la costituzione di organizzazioni Sad trasparenti e controllate, con obbligatorietà di pubblicazione del bilancio consuntivo, di produzione e pubblicazione del bilancio sociale, di certificazione esterna delle procedure di gestione; la garanzia che almeno l’80 per cento sulla raccolta fondi del SaD sia destinato alle attività del progetto sostenuto e il divieto di acquisire spazi commerciali sui mass-media per la promozione di raccolta fondi.

Più relazione, fra i tre interlocutori del SaD, i beneficiari in loco, il sostenitore e l’organizzazione: in questa direzione, si inseriscono l’obbligo che i beneficiari siano persone fisiche, l’identificazione di un operatore SaD in loco, la garanzia di esclusività del rapporto di Sostegno senza distanza se rivolto ad un singolo beneficiario, l’istituzione di un albo nazionale dei promotori SaD, l’obbligo di aggiornamenti periodici sugli interventi. E ancora, bonus di solidarietà, sito dettagliato dell’organizzazione e tutto quello che può favorire un’informazione tempestiva, trasparente, continuativa ed efficace.