Il viaggio della morte: la rotta per la Sicilia è la più pericolosa

sbarchi di notteC’è una strage permanente che da anni miete migliaia di vittime tra il Nord Africa e la Sicilia. Uno studio del Migration Policy Center di Firenze evidenzia come la rotta verso le coste siciliane, per quanto sia la più battuta dai migranti che tentano la traversata del Mediterraneo, sia anche quella più pericolosa: su 1000 persone che sperano di approdare in un porto sicuro, mediamente 30 non ce la fanno. E mentre il dato registra un costante aumento negli ultimi anni, la politica non riesce a dare delle risposte.

Le stragi al largo di Lampedusa del 3 e 11 ottobre 2013, con la morte di più di 600 profughi a poche miglia dalla riva, hanno rappresentato solo gli episodi più drammatici di un fenomeno che dal 1996 ha provocato più di 13mila vittime. Di queste, 7172 sono scomparse quando ormai mancava loro davvero poco per raggiungere la Sicilia.

La strage dei migranti ha registrato un drammatico incremento in particolare dal 2008 ed è arrivata, nel solo 2013, a fare più vittime di quelle che le traversate del Mediterraneo hanno provocato in tutti gli anni 90. Cifre, tra l’altro, non proporzionali a quelle degli sbarchi: “In contrasto rispetto agli arrivi – afferma la relazione dell’istituto fiorentino –, per i quali non si vede un trend lineare, i numeri di chi muore per mare hanno visto una crescita preoccupante negli anni 2000”.

Tutto ciò appare ancora più drammatico se si pensa che la traversata del Mediterraneo è spesso solo l’ultima fase di un viaggio che comporta pericoli e incredibili difficoltà fin dall’inizio Chi cerca di raggiungere l’Italia infatti fugge da Paesi in cui le condizioni politiche e sociali sono estreme a causa di dittature, guerre e povertà e lungo il loro percorso attraversa altri Paesi in situazioni simili di pericolosità. “Le persone che vogliono emigrare – dicono gli autori della relazione – spesso non hanno l’opportunità di fare richiesta di protezione nel loro Paese o in quelli vicini. Non hanno altra scelta che scappare, il più delle volte con poca speranza di ottenere i documenti che permetterebbero loro di arrivare a destinazione salvi e legalmente”.

Una soluzione al problema delle vittime del mare pare essere ancora lontana. Operazioni come “Mare Nostrum” hanno ricevuto forti critiche dalle organizzazioni umanitarie che le accusano di forzare i migranti “a intraprendere vie sempre più rischiose”, provocando un aumento dei morti nel Mediterraneo. Sul dove i profughi soccorsi dovrebbero essere sbarcati una volta soccorsi, c’è confusione: le leggi internazionali non sono chiare, una direttiva comune non esiste e i governi litigano tra loro.

 

Fonte: l’Espresso