Buone notizie dagli USA: l’inflazione rallenta come non succedeva da un anno

I dati relativi all’ultimo mese segnalano un’inflazione cresciuta negli Stati Uniti “solo” del 7,1%, meno delle aspettative e meno dei mesi precedenti. Primi cali anche in Europa, mentre l’Italia stenta un po’ di più

Dopo mesi di corsa “impazzita”, finalmente l’inflazione pare aver rallentato il passo. Lo ha fatto soprattutto negli Stati Uniti, ma sappiamo bene come quasi sempre ciò che accade oltre oceano anticipi quelli che saranno anche gli scenari europei.
I dati USA indicano che l’ultimo mese ha fatto segnare il minor incremento da quasi un anno a questa parte: 7,1%; più basso del 7,7% di ottobre e del 7,3% previsto dagli esperti – sottolinea Il Sole 24 Ore. Certo, rimane un incremento notevole, su base annua, ma lontano da quel 9,1% che a giugno aveva fatto segnare il record degli ultimi 40 anni.

Cala l’inflazione USA: reazione positiva delle Borse

Le borse hanno reagito positivamente, aspettandosi che la Federal Reserve (la Banca Centrale americana) rialzi i tassi di interesse in maniera meno consistente rispetto alle previsioni e a quanto fatto negli ultimi interventi da quando l’inflazione ha cominciato a galoppare.
Gli analisti, però, predicano giustamente cautela, perché l’obiettivo di un’inflazione al 2% è ancora parecchio lontano, perché i segnali di una discesa andranno confermati nei prossimi mesi e perché, comunque, una famiglia tipo spende quasi 400 dollari in più al mese per acquistare gli stessi beni e servizi che acquistava un anno fa.

Europa, e Italia, un po’ indietro rispetto al calo dell’inflazione

L’inversione di rotta registrata negli Stati Uniti, come si diceva dovrebbe arrivare anche in Europa, dove comunque ha iniziato a farsi vedere già nel mese di novembre. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, l’inflazione dovrebbe confermarsi al 10%, in calo rispetto al 10,6% di ottobre e in frenata anche nei confronti dei mesi precedenti, in cui si erano raggiunti livello mai più visti dagli Anni ’80.
Purtroppo l’Italia è uno dei Paesi in cui questo effetto finora si sente di meno, con i prezzi che hanno fatto registrare una sostanziale frenata (l’aumento a novembre, secondo l’Istat, è stato dello 0,5%) confermando un’inflazione su base annua dell’11,8%.
A frenare la discesa nel nostro Paese sono soprattutto i prezzi dei beni energetici regolamentati (saliti dal + 51,6% a +56,1%), degli alimentari lavorati (da +13,3% a +14,4%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, saliti del 5,5% rispetto al precedente 5,2.
In attesa che il “vento” positivo degli Stati Uniti arrivi anche da noi.