Inghilterra. Stop al turismo del volontariato negli orfanotrofi

zaini turisti 200Era cominciato con tutte le buone intenzioni; ma poi il turismo del volontariato inglese era diventato un fenomeno eccessivamente alla moda.

Sono comparsi sui depliant di agenzie di viaggio specializzate mete turistiche per volontari desiderosi di lavorare negli orfanotrofi del terzo mondo. L’esito era stato immediatamente positivo, soprattutto tra i giovani; felici di poter trascorrere le vacanze estive o natalizie a prendersi cura di piccoli orfani africani o asiatici.

Ma poi gli operatori degli istituti avevano alzato le mani: il nuovo trend invece di aiutare stava creando enormi problemi. Se il turismo del volontariato da un lato andava di moda, dall’altro portava invece negli istituti persone che non avevano mai interagito con gli orfani e con il loro grande bisogno di cura e affetto.

Da un mese sul sito della Responsibletravel.com sono scomparsi i dieci itinerari più richiesti del volon-turismo e la loro responsabile marketing ha spiegato alla stampa inglese: «I volontari degli orfanotrofi, contrariamente alle loro migliori intenzioni, rischiano di diventare essi stessi un problema, invece di essere d’aiuto ai bambini più poveri del mondo».

L’agenzia di viaggi ha dunque eliminato un settore in crescita e piuttosto proficuo spinta anche da uno studio condotto dall’Unicef, che ha confermato che –  proprio a causa del turismo del volontariato – località come Bali avevano raddoppiato il numero degli istituti.

Di più. Un giornalista della BBC ha documentato che alcuni di questi istituti sopravvivono proprio grazie alle donazioni di questi turisti; altri addirittura prendono in prestito bambini che hanno una casa e dei genitori. E i volontari inglesi, senza nessuna esperienza, non sono capaci di lavorare con bimbi traumatizzati e cercano di formare un attaccamento emotivo, facendoli sentire poi nuovamente abbandonati quando la vacanza finisce.

 

Dalla nostra corrispondente dagli Stati Uniti, Silvia Kramar