Irene, la “cicogna” che fa felici le famiglie adottive

cicogna200Chi l’ha detto che quella della cicogna che porta i bambini è solo una leggenda? Amici dei Bambini, la sua “cicogna” ce l’ha davvero, e risponde al nome di Irene Bertuzzi. Per quasi trent’anni, è stata lei a incaricarsi di recare a tanti genitori adottivi la lieta novella: “E’ arrivato un figlio per voi, congratulazioni!”

Per tutto questo tempo, si è fatta carico della speranza di numerose coppie, animate dal desiderio di compiere il più grande atto di amore, altruismo e giustizia che si possa concepire: adottare un bambino abbandonato.

Ne ha visitate tante, di famiglie, Irene. E – grazie al cielo – sono i più i ricordi belli, di quelli brutti. Come potrebbe essere altrimenti? I messaggi che lei, per tanto tempo, ha recapitato “in punta di becco”, sono di quelli destinati a sconvolgere positivamente la vita delle persone. “Non posso dimenticare, ad esempio, quella madre che, un giorno di tanti anni fa, appena ricevuta la notizia dell’abbinamento, pianse su un fax sgranato e annerito dove, quasi irriconoscibile, era ritratto il volto di suo figlio…”

Certo, non sono mancati i momenti duri. Spesso, infatti, i bambini abbandonati sono talmente fragili, nell’anima e nel corpo, che non resistono al lungo viaggio verso la famiglia che vorrebbe accoglierli.

“Un giorno comunicai a una coppia di coniugi che finalmente sarebbero potuti andare a prendere la loro figlioletta in Brasile”, racconta Irene, con una nota di tristezza sul volto. “Purtroppo la piccola era malata, al punto che non fecero neppure in tempo a vederla, perché morì prima della loro partenza.” Al fondo del dramma, però, Irene si sforza di scorgere il lume della speranza. “I due non si diedero per vinti: passato lo shock, ci riprovarono, e dopo un po’ di tempo tornarono in Brasile e diventarono genitori di uno splendido bimbo.”

Di lieto fine come questi, la storia di Ai.Bi. ne è piena. Oggi che l’organizzazione è più grande, strutturata e complessa di un tempo, Irene ha però scelto di farsi da parte, e lasciare questa delicata responsabilità ad altri. La cicogna, insomma, ha partorito altre piccole “cicognine”, che oggi volano da una parte all’altra del globo, per raccogliere bambini abbandonati in ciascuno dei 30 paesi in cui l’organizzazione è operativa, e consegnarli ad altrettante famiglie pronti ad accoglierli. Irene si limita a sorvolare a distanza di sicurezza, vigilando sulla situazione, ma vive tuttora, con grande intensità, le apprensioni e le gioie di tanti, aspiranti genitori adottivi.

A lei e a tutte le altre giovani “cicogne” di Ai.Bi., in Italia e nel mondo, va il più sincero e affettuoso augurio per la Festa della Donna.