Kenya: perché tutti i bambini che nascono hanno il nome del presidente dello Stato?

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Millicent e i suoi gemellini

Millicent Owuor, una ragazza keniota di 20 anni, ha partorito due gemellini, nel reparto maternità di Siaya District Hospital, a pochi passi dal villaggio Nyangoma Kogelo.

Questa è la sua foto sorridente, mentre li abbraccia. Millicent, fino a poco tempo fa, poteva essere considerata una delle pochissime ragazze fortunate a poter partorire in ospedale, in un ambiente pulito e sicuro, senza correre rischi igienici e sanitari.

La maggioranza delle giovani donne incinte (ben il 56%), infatti, generalmente partorisce in casa, affrontando complicazioni e problematiche che in presenza di operatori competenti sarebbero facilmente superabili. Ciò è dovuto al fatto che le strutture ospedaliere sono spesso distanti dalle abitazioni e i trasporti assenti o, più frequentemente, al fatto che i servizi sono troppo costosi. Per questo sono ancora molte le donne che muoiono di parto così come sono i neonati che nascono con problemi legati al travaglio.

La mortalità materna in Kenya è una vera piaga sociale e si attesta sulle 488 donne ogni 100,000 nascite.

Da questo luglio, però, nel Paese, è stata introdotta una grande e importante novità che potrà cambiare le sorti di un’intera generazione: i servizi per la maternità, nei reparti di ostetricia di alcuni ospedali, saranno completamente gratuiti.

In un solo mese, grazie a questo programma, i parti in ospedale sono aumentati in modo esponenziale e i tassi di mortalità materna e infantile sono crollati del 50%.

“Così moltissime donne hanno iniziato a dare ai loro figli il nome del presidente e della first lady del Kenya in segno di gratitudine”, racconta uno dei medici che lavorano nei servizi maternità gratuiti, Wambui Waithaka. “Sempre più bambini si chiameranno Uhuru e Margaret. E magari anche Jomo, Ngina e Jaba”.

Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya, è infatti sposato con Margaret Wanjiru e hanno tre figli i cui nomi sono proprio Jomo, Ngina and Jaba.

Eravamo tutti ansiosi delle novità in campo sanitario che erano state il punto chiave della campagna elettorale di Kenyatta a marzo”, continua Waithaka. “Adesso sono finalmente operative e la gratuità si estende non solo al parto ma anche alle visite successive. Non è che una donna viene qui, dà alla luce suo figlio e poi se ne va e finisce tutto. L’assistenza e il follow up sono garantiti anche dopo

Il Governo si è impegnato ad assicurare agli ospedali fondi economici settimanali per il trattamento di mamme e neonati durante la degenza e dopo.

Dobbiamo avere tutto l’indispensabile per garantire qualità e sicurezza. Guanti e medicine non possono mancare,” ribadisce Waithaka. “Bisogna potenziare il personale medico, sia dottori sia infermiere e ostetriche. E servono incubatrici!

 

Fonte: trust.org