La crisi delle adozioni internazionali si combatte anche con l’impegno individuale. “A volte, basta una firma per cambiare il mondo”

bambinoLa proposta di riforma dell’adozione internazionale ha fatto un passo in avanti: il testo di legge, presentato su iniziativa dei deputati Mario Caruso e Khalid Chaouki e ispirato al Manifesto Ai.Bi., è stato assegnato alla Commissione Giustizia.

Amici dei Bambini ha voluto inviare il testo completo della proposta di legge a tutti i 14 mila firmatari che hanno sostenuto questa importante battaglia civile di sensibilizzazione e impegno per cambiare la normativa e vincere la crisi delle adozioni internazionali.

Pubblichiamo i primi commenti arrivati in redazione.

“Buongiorno!! Ho appena letto la vostra mail ed è stata una gioia immensa! Concordo naturalmente con tutto ciò che prevede e che spero possa diventare realtà a breve. Ma la mia gioia maggiore in questo momento è data dal vedere affrontato finalmente, in maniera costruttiva e seria, il tema dell’affido internazionale. E’ un tema che a noi sta molto a cuore per una situazione personale che ci ha coinvolto recentemente e che ci ha portato ad informarci in ogni dove in merito a questo tema. Le risposte che fino ad oggi abbiamo ricevuto sono state “Non è previsto nulla del genere… è un tema poco sentito (!!!)”. “Non è previsto perché potrebbe essere un modo per creare un traffico di minori”. “Non è previsto perché potrebbe essere un modo per aggirare l’adozione!!!!”
E oggi invece leggere tutto ciò mi ha davvero aperto una speranza.. Non naturalmente per noi, ma per tutte quelle famiglie che si trovano nel loro Paese in condizioni di pesantissimo disagio e che vorrebbero dare una possibilità ai propri figli senza per questo volerli o doverli dichiarare in stato di abbandono, ma potendoli affidare a famiglie che se ne possano prendere cura e li possano far crescere per un certo periodo… Il tutto sempre mantenendo i contatti con la famiglia d’origine e con il loro Paese. Noi siamo stati in un orfanotrofio in Africa recentemente ed è stato terribile scoprire che in realtà i bambini orfani non sono poi così tanti. La maggior parte sono lì solo perché le loro famiglie (spesso hanno un genitore solo che non ce la fa a tirarli su) non si possono permettere soluzioni diverse. Così questi bimbi crescono e restano in queste strutture (che meno male che ci sono, ma che sicuramente non possono essere considerate “una buona soluzione” per nessun bimbo al mondo) per anni, a volte fino alla maggior età… Non voglio tediarvi oltre con le mie considerazioni ma ci tenevo semplicemente ad esprimere la mia profonda gioia per quella che credo possa essere una strada che aprirà possibilità importanti a molti bimbi e alle loro famiglie. Speriamo presto!!!” 

“Grazie per il testo! Quando ho firmato il vostro Manifesto ho pensato soltanto che era giusto rendere più facile un iter talmente lungo e faticoso da scoraggiare anche i più motivati (lo sto provando sulla mia pelle!). Ma, devo essere sincera, mi sembravano idee belle, belle dichiarazioni di principio, ma non credevo che avrebbero trovato ascolto. Pensare che sono diventate una proposta di legge e che c’è anche la mia firma insieme a quella di altri 14mila (quanti di questi sono coppie che, come me, come noi, sperano di adottare e per ora non ci riescono?), mi rende molto orgogliosa. E mi dà anche un po’ di speranza. Conoscete la filosofia  di “We are what we do”? E’ un gruppo inglese che raccoglie e segnala i piccoli gesti individuali che possono cambiare il mondo. Ecco: anche mettere il proprio nome sotto un Manifesto può farlo!”