La domanda che tutti si pongono: “Quando usciremo dall’emergenza COVID?” Ecco la data: 25 giugno!

Incrociando i dati ISPI sulla consegna dei vaccini con i piani della campagna vaccinale del governo, si può ipotizzare che entro fine giugno la mortalità del Coronavirus sarà come quella della normale influenza

Una delle domande ricorrenti tra gli italiani, in questo momento, riguarda quando ciascuno potrà ricevere il vaccino. Una risposta, l’abbiamo visto, si può indicativamente iniziare a dare. Ma, a seguire, c’è un secondo interrogativo che in qualche modo è ancora più pressante, ed è: quando torneremo alla normalità? O, per lo meno, a quel tanto di normalità grazie alla quale si potrà tornare a uscire, con le dovute precauzioni e, soprattutto, si potranno smettere di contare i morti in quelle terribili quantità che troppo facilmente derubrichiamo a “statistiche” ma significano, ciascuna, una vita tolta all’affetto dei propri cari.

Emergenza covid: Portare la letalità del Covid-19 a quella di una normale influenza

A rispondere ha provato Milena Gabanelli che, nella sua consueta rubrica all’interno del Corriere della Sera ha analizzato i dati dell’ISPI riguardanti i vaccini che dovrebbero essere disponibili in Italia nei prossimi mesi, ha incrociato i dati con le indicazioni del nuovo piano del Governo e ha provato a indicare una possibile data di uscita dall’emergenza “letalità” causata dal Coronavirus.
Attenzione, non si parla di raggiungimento di immunità di gregge e non si tirano in ballo eventuali allentamenti delle restrizioni o meno, semplicemente si indica un’ipotetica data dopo la quale la letalità (il numero dei decessi in rapporto al totale delle persone contagiate) data dal Coronavirus potrà essere equiparata a quella della normale influenza: ovvero, 1 su 1000.
Se le previsioni di consegna dei vaccini verranno rispettate e si riuscirà a passare al numero giornaliero di vaccinazioni previste, la data da segnare sul calendario è quella del 25 giugno 2021.

La categoria che più di tutte è coinvolta in questo discorso è quella degli over 80, per i quali la letalità era del 7,3% e, oggi, dopo l’inoculazione delle prime dosi dei vaccini, è già scesa al 5,3%. Analogo cale di letalità per gli over 90, passata dal 12,8% all’8,2, segno ulteriore di come la strada dei vaccini sia quella da percorrere, il più in fretta possibile, per uscire dall’emergenza.

Emergenza covid: Rispettare le somministrazioni previste

La Gabanelli delinea anche lo scenario in cui non dovessero arrivare tutte le dosi di vaccino promesse. In questo caso, se si continuasse con il sistema attuale di vaccinazioni, che oltre alle persone più a rischio coinvolge già altre categorie, i valori di letalità come quelli dell’influenza si raggiungeranno solo il 17 agosto. Diversamente, se, anche con meno vaccini disponibili, si decidesse di dare la priorità unicamente alle persone più a rischio, la data di fine giugno sarebbe ancora possibile.

A questo punto si innesca inevitabilmente un dubbio: a che punto saremmo se avessimo deciso fin da subito di dare la precedenza a più anziani e soggetti a rischio, senza coinvolgere altre categorie professionali? I dati non dicono quando più vicini saremmo all’uscita dalla crisi, ma indicano che avremmo potuto evitare circa 1700 morti, contro le 600 “salvate” dall’attuale sistema.

La speranza di quella data del 25 giugno, però, è concreta, e anche se non significherebbe che il pericolo è ormai alle spalle, vorrebbe dire, oltre alla diminuzione del numero dei morti, un crollo delle ospedalizzazioni del 65% e delle terapie intensive del 75%. Significherebbe, conclude la Gabanelli, che “Il Paese può ripartire, mantenendo tutte le precauzioni del caso, ovviamente”.

Immagine da Twitter: @emmevilla