famiglia, cosa cambia dopo le elezioni in Italia

Ecco la famiglia che verrà con il nuovo Governo (se ci sarà)

Dopo l’esito elettorale del 4 marzo, ecco che cosa prevedono i programmi elettorali di Movimento 5 Stelle e Centrodestra per sostenere le nascite, aiutare la famiglia e venire in aiuto dei nuclei con reddito particolarmente basso

Sul fronte del centrodestra, tra le indicazioni della Lega – primo partito della coalizione – l’introduzione di una ‘no tax area mobile’ crescente in base ai componenti della famiglia, il ripristino delle diciture ‘madre’ e ‘padre’ negli atti pubblici, 400 euro al mese esentasse per ogni nuovo figlio nato, asili nido gratuiti, esenzione IVA sui prodotti per la prima infanzia e aumento di contributi per gli assunti in sostituzione di maternità; per il M5S politiche di conciliazione famiglia-lavoro per le mamme, innalzamento dell’indennità di maternità, premio di 150 euro al mese per 3 anni a maternità conclusa, sgravi contributivi per le imprese che mantengono le neo-mamme, rimborsi per nidi, pannolini e baby-sitter, aumento delle detrazioni per colf e badanti

elezioni, il dopo voto in Italia secondo il direttore di VitaL’esito delle elezioni politiche 2018 appena concluse ha indicato nella coalizione di centrodestra e nel Movimento 5 Stelle le due compagini vincitrici: che cosa cambia, dunque, sul fronte della famiglia a partire da quanto le due realtà politiche avevano promesso durante la campagna elettorale e messo nero su bianco nei rispettivi impegni programmatici di governo?

In attesa di capire innanzitutto se un Governo capace di governare potrà esserci, attraverso una sintesi del sito web Laleggepertutti.it abbiamo delineato le principali misure dedicate alla famiglia e alla natalità di entrambi gli schieramenti.

Per quanto riguarda il centrodestra, con la Lega primo partito, le novità rispetto a quanto attualmente previsto partono da una serie di ‘paletti’ rispetto al concetto di famiglia espressi proprio dal Carroccio: il più significativo attiene alla definizione stessa di famiglia, cioè “la società naturale fondata sull’unione naturale tra uomo e donna, come recepito dalla Costituzione italiana“. Un concetto che, a priori, potrebbe creare qualche preoccupazione a chi ha sancito un’unione civile tra persone dello stesso sesso grazie alla legge Cirinnà.

Quanto alle agevolazioni e alle misure previste nel capitolo ‘famiglia’ del programma leghista, questi sono i principali interventi:

  • introduzione di una no tax area mobile crescente in base ai componenti del nucleo familiare (teoricamente, quindi, più persone ci sono, meno tasse si pagano);
  • innalzamento della soglia di reddito sotto la quale considerare un familiare a carico di un altro: da 2.840 euro (passato a 4.000 per i figli fino a 24 anni) a 6.500 euro circa;
  • estensione del programma Home care premium dell’Inps come aiuto a chi ha un disabile in famiglia ad una platea di beneficiari più ampia rispetto agli attuali dipendenti e pensionati pubblici;
  • tutela del riposo domenicale e durante le festività per i lavoratori: saranno questi a scegliere se essere impegnati in quei giorni e non i loro datori di lavoro. Dovranno essere garantiti almeno 2 riposi domenicali o festivi al mese;
  • ritorno alla tradizione per quanto riguarda la descrizione dei genitori sugli atti pubblici. In pratica, saranno valide soltanto le diciture ‘madre’ e ‘padre’ anziché ‘genitore 1’ o ‘genitore 2’, che verranno messe al bando;
  • per rilanciare le nascite, viene proposto un contributo di 400 euro detassati ai genitori per ogni nuovo figlio, purché i genitori siano cittadini italiani con almeno 20 anni di residenza nel territorio nazionale, fino al diciottesimo anno di età del figlio. Non vengono, però, indicate soglie di reddito;
  • asili nido gratuiti per tutti i bambini nati da coppie italiane o straniere residenti in Italia da almeno 5 anni. La soglia di reddito è fissata in 50mila euro lordi ed entrambi i genitori dovranno avere un lavoro;
  • esenzione dall’Iva sui prodotti per la prima infanzia (oggi al 22%). Non si pagherà l’imposta, dunque, su carrozzine, passeggini, sedili per le auto, culle, lettini, biberon, pannolini, latte in polvere, omogeneizzati, creme contro le irritazioni, ecc.;
  • copertura dei contributi per gli assunti in sostituzione di maternità;
  • aumento delle retribuzioni delle donne in maternità facoltativa.

Oltre a queste proposte, c’è da aggiungere l’apertura degli asili nido anche d’estate come sostegno “alle madri” e gli incentivi alle aziende che assumonono neo-mamme e donne in età fertile, proposti da Fratelli d’Italia. Forza Italia, a sua volta, ha previsto l’ormai ‘famosa’ flat tax basata sull’aliquota del 23% con una ‘no tax area’ innalzata a 12mila euro; il reddito di dignità per le famiglie più povere; l’abolizione del bollo auto e delle tasse sulla prima casa.

Rispetto al centrodestra, scorrendo il programma elettorale del Movimento 5 Stelle, il partito più votato alle elezioni 2018, non si trova una parte espressamente dedicata alla famiglia, ma alcune misure ‘distribuite’ tra i vari ambiti del programma, tra cui:

  • introdurre politiche efficaci per permettere alle donne di conciliare i tempi della famiglia e i tempi del lavoro, anche attraverso servizi ed un sostegno reddituale adeguato;
  • innalzamento dell’indennità di maternità;
  • premio di 150 euro al mese per tre anni a maternità conclusa per le donne che rientrano al lavoro;
  • sgravi contributivi per le imprese che mantengono il posto di lavoro alle donne dopo la nascita dei figli;
  • rimborsi per asilo nido, pannolini e baby-sitter;
  • Iva agevolata per i prodotti per la prima infanzia e per la terza età;
  • aumento delle detrazioni per l’assunzione di colf e badanti.

Fonte: Laleggepertutti.it