La guerra vieta la scuola a 28 milioni di bambini

Lo denuncia oggi l’Unesco, aggiungendo che spesso questi bambini sono anche esposti a violenze. Nel rapporto su conflitti armati e educazione, pubblicato oggi, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha sede a Parigi, indica che sui 67 milioni di bambini in eta’ scolare nel mondo, ma che non ricevono alcuna educazione, ben il 42% (28 milioni, appunto) vive nei Paesi poveri, dove i conflitti armati sono all’ordine del giorno.

Lo studio prende in esame il periodo tra il 1999 ed 2008, lasso di tempo in cui, precisa l’Unesco, 35 Paesi hanno vissuto un periodo di conflitto, che in media, in un paese povero, dura circa 10 anni. Secondo il rapporto, i bambini e le scuole sono direttamente vittime di questi conflitti. In Afghanistan, almeno 613 attacchi sono stati registrati nel 2009 contro delle scuole, erano 347 nel 2008. Nel nord dello Yemen, 220 scuole sono state distrutte o saccheggiate durante i combattimenti che hanno opposto governo e ribelli tra il 2009 ed il 2010.

Il timore delle violenze e delle sevizie sessuali inoltre ”impedisce ai bambini di andare a scuola”, scrive l’Unesco, soprattutto alle ragazzine. Il rapporto punta il dito contro il sistema di aiuti umanitari che sottovaluta, ritiene l’Organizzazione, il problema dell’educazione in questi Paesi: ”Meno del 2% dell’assistenza umanitaria” (cioe’ circa 149 milioni di dollari, pari a circa 108 milioni di euro) riguarda progetti legati all’educazione. ”Se i paesi ricchi rivolgessero sei giorni delle loro spese militari all’educazione, si otterrebbero i 16 miliardi di dollari necessari per assicurare l’educazione di tutti”, si legge nel rapporto. L’Unesco consiglia inoltre la creazione di una Commissione internazionale sulle violenze, con il sostegno della Corte penale internazionale.