La retromarcia di Renzi: “No alle adozioni dei gay”

renziNiente adozioni per gli omosessuali. È questa la posizione ufficiale di Matteo Renzi, neosegretario del Partito Democratico, secondo le dichiarazioni rese lunedì 13 gennaio. Un paio di settimane prima il sindaco di Firenze aveva sostenuto la necessità di garantire una sorta di corsia preferenziale alle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Il 13 gennaio invece, secondo quanto riferito dal suo staff, Renzi ha corretto il tiro, chiudendo così la polemica con Angelino Alfano. Il Ministro dell’Interno aveva infatti messo in discussione la tenuta del governo Letta nel caso in cui il Pd si fosse mostrato favorevole alle nozze gay.

Renzi ha precisato di vedere positivamente solo le unioni civili in cui alla coppia omosessuale siano garantiti gli stessi diritti di una coppia sposata, fatta eccezione per l’adozione. Insomma, qualcosa di simile alla civil partnership secondo il modello tedesco.

Dal febbraio 2001 infatti in Germania è in vigore il cosiddetto “Eingetragene Lebenspartnerschaft”. Si tratta di un regolamento giuridico per le unioni civili che prevede per i conviventi le stesse disposizioni contenute nel codice civile per la disciplina del matrimonio, senza però equiparare a tutti gli effetti le coppie sposate a quelle conviventi. A queste ultime, la legge tedesca assicura pieno riconoscimento per quanto riguarda gli aspetti contributivi e assistenziali e conferisce gli stessi diritti del matrimonio in tema di cittadinanza. Insomma, in caso di morte di uno dei partner, il convivente può esercitare il diritto di successione. Ma di adozione non si parla.

Se questa fosse la proposta di Renzi, sarebbe qualcosa di molto diverso anche da quanto invocato la settimana prima dal Viceministro del Lavoro, e collega di partito del segretario Pd, Maria Cecilia Guerra: una piena equiparazione di diritti tra coppie omosessuali e famiglie tradizionali, compreso quello all’adozione.

 

Fonte: Affari Italiani