Improvvisazione e passione al centro del laboratorio teatrale per il progetto Panthakù di Ai.Bi.

Nicolantonio Napoli, anima di Casa Babylon: “La leggerezza sarà l’arma per liberare le emozioni e godere il ritorno in classe in presenza”

“Ci fu un episodio che dai contemporanei venne sentito come una prova generale della fine del mondo in atto unico: il naufragio del Titanic la mattina del 13 maggio 1912 per la collisione con un iceberg. La nave era, allora, il non plus ultra della tecnica e a bordo c’erano molti milionari autentici (i miliardari erano probabilmente di là da venire). Fu la fine della belle époque. Quel che venne dopo non fu la fine del mondo, ma la “prima rata”, la Prima guerra mondiale. L’argomento era già stato largamente sfruttato in libri e film. Enzensberger lo riprende nel quadro della sua analisi negativa del progresso: analisi negativa non in quanto escluda la possibilità di inquadrare il progresso in orizzonti positivi, ma in quanto constata adornianamente che finora esso è stato sempre accompagnato dall’ombra della follia – nella vita degli uomini, nei loro ritrovati e nelle loro teorie -, e che alla fine la somma del progresso è ampiamente soverchiata dalla somma della follia”.

L’anno scorso il laboratorio di teatro si è tenuto on-line. Quest’anno si torna in presenza

Così scrive Cesare Cases nella prefazione di “La fine del Titanic” di Hans Magnus Enzensberger. Ed è questo uno dei testi da cui Nicolantonio Napoli, anima di Casa Babylon, partirà per aprire le porte magiche del teatro ai suoi tredici alunni dell’istituto comprensivo Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere. Quattro sono già “ferrati”, perché hanno preso parte al laboratorio tenuto lo scorso anno in modalità on line, nell’ambito del cartellone di attività di “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto con capofila Ai.Bi. Associazione amici dei bambini, selezionato da Con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Lezioni di teatro per aprirsi alle emozioni

Quest’anno si è tornati in presenza, di fronte a una platea appassionata e determinata, conferma Napoli: “Da qualche anno noto che i ragazzi sono più maturi. Anche se frequentano le scuole medie hanno quella consapevolezza e quella maturità che è tipica degli studenti dei primi anni delle superiori”. Improvvisazione e leggerezza saranno le parole d’ordine di questo viaggio tra le parole, la mimica, le scene, il palcoscenico. “Partiamo da alcuni testi, ma poi lavoriamo con la scrittura creativa e la scrittura scenica per rielaborarlo. Non mi piace che i ragazzi imparino tutte le battute a memoria, mi piace invece lasciarli correre sul filo dell’improvvisazione e portarli a recuperare dal loro archivio memoriale tutto quello che è emerso durante il laboratorio scolastico”, racconta. La prima lezione è stata quella dell’aprirsi l’un l’altro, partendo da una tematica nota a tutti: i tic e le ansie che abitano ognuno nel momento di un’interrogazione, dalla fuga in bagno al dialogo con i prof. Inevitabile il riferimento al nuovo corso: il ritorno in presenza. “Una ragazza mi ha confessato che durante la pandemia si è sentita stonata, come se fosse ubriaca – racconta Napoli – ed è bello che riescano subito a tirare fuori tutte le loro emozioni, positive e negative”. Perché, proprio come avviene in Titanic, dopo il senso di catastrofe che accomuna chi sa di essere sulla stessa barca, subentra il desiderio di rinascita, di vita, di gioia.

Le attività di Panthakù. Educare dappertutto fanno parte delle iniziative portate avanti in quei centri di formazione, accompagnamento e sostegno socio-psico-pedagogico per le famiglie che sono i Pan di Zucchero. Tutti possono contribuire a sostenere questi progetti, attivando un’Adozione a distanza in Italia. Solo 10 euro al mese per dare continuità a un sostegno che può davvero fare la differenza.