L’appello per adottare Carlos. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta?

Federico scrive:

 

Ho visto il vostro appello pubblicato sul sito e su Facebook per aiutare il piccolo Carlos, che ha già compiuto 10 anni, a trovare una mamma e un  papà. Premesso che il vostro intento è nobile, vorrei solo farvi notare che il messaggio potrebbe apparire un po’ irreale: anche per procedere alle adozioni internazionali esiste una procedura (ahimè lunga e spesso inconcludente). Ma questo Carlos – almeno quello disegnato qui – siamo sicuri che potrebbe avere una famiglia GIUSTA in breve tempo con le problematicità e il doloroso vissuto che si porta dietro? Se il vostro messaggio è una critica alle lungaggini burocratiche lo comprendo, altrimenti non comprendo la sua finalità. Non è una critica sterile, vorrei solo capire. Grazie!

 

 

Irene-BertuzziCaro Federico,

innanzitutto, la ringrazio per averci dato la possibilità di approfondire e di “voler capire”. I numerosi commenti e il tam tam in rete seguiti alla pubblicazione di questo nostro appello ha fatto sì che molte famiglie si interrogassero sulle reali possibilità di poter accogliere Carlos.Il tempo stringe perché Carlos è “grandicello” ed è sempre più difficile trovare una famiglia disposta ad accoglierlo. Quasi sempre l’età rappresenta un ostacolo per le aspiranti coppie adottive, ma storie come queste di Carlos c’insegnano che non possiamo e non dobbiamo lasciarci intimidire dall’età anagrafica e che un bambino grandicello ha lo stesso bisogno di “sentirsi figlio”. A meno di due giorni dalla pubblicazione dell’appello, alcune famiglie che hanno i requisiti e la disponibilità per accogliere Carlos si sono già fatte avanti.  Dunque, la mia risposta alla sua domanda dinanzi a questa corsa all’accoglienza può essere solo: SI’,  potrebbe essere la strada che ci porterà a trovare la famiglia che accoglierà Carlos. La famiglia che accoglierà Carlos, dovrà essere già in possesso del decreto d’idoneità e rispondere a quelli che sono i requisiti stabiliti dall’autorità centrale colombiana (ICBF ) per l’adozione da parte di coppie straniere. Le tappe dell’iter saranno le stesse seguite da tutte le aspiranti famiglie adottive in attesa sul Paese.

La storia di Carlos è  la storia di tanti altri bambini che come lui sono prigionieri della loro “età” . N0n possiamo confidare solo sulla forza di un appello ma dobbiamo “osare” di più.

Il programma Vacaciones en el extranjero, promosso da Ai.Bi., in collaborazione con la Commissione per le Adozioni Internazionali e con l’ICBF – Instituto Colombiano de Bienestar Familiar, va proprio in questa direzione: dare una possibilità di famiglia ad un bambino grandicello.

Si tratta di una vacanza di circa tre settimane durante le quali bambini dichiarati adottabili ma considerati ormai “grandi” potranno trascorrere in Italia insieme ad una coppia già in possesso del decreto d’idoneità.

Questo periodo di affiatamento permetterà ad aspiranti genitori adottivi di misurarsi con le proprie risorse di genitori di un bambino grandicello in un contesto protetto e con la possibilità di poter successivamente intraprendere un vero percorso di adozione.

Si comincia dalla Colombia, ma è un progetto ambizioso che presto potrebbe essere esteso ad altri Paesi, pur di restituire una speranza a quanti come Carlos ad ogni compleanno si chiedono “sarò ormai troppo grande per la mia mamma e il mio papà”.

Un caro saluto

Irene Bertuzzi

Responsabile Adozioni Internazionali di Ai.Bi.