Le vacanze pre – adottive? Non sono una prova soddisfatti o rimborsati

 

Buongiorno,

mi chiamo Rosa e ho letto la notizia sul vostro sito che racconta la storia di Albert. Anche io sono una mamma adottiva di una bimba “grande” e sono felicissima della mia scelta, seppur intrisa di complessità. Un bambino grande vive appieno la sua storia di adozione, e quando pronuncia la parola mamma lo fa consapevole di ciò che sta dicendo. Mi permetto anche di intervenire anche sulle vacanze pre – adottive; posso capire ciò che di buono c’è, ma ho un po’ di timore poiché, secondo me, potrebbero essere intese come una prova ed un bambino non si prova e un genitore neanche. Non basta il tempo di una vacanza per capire se può nascere quel rapporto di amore reciproco incondizionato che c’è tra un genitore e un figlio, anche se adottivo.

 

Grazie

Rosa

 

Lisa TrasforiniLe vacanze a scopo adottivo stanno stimolando un dibattito pro o contro ma non si tratta di una questione in bianco o nero, esistono mille sfumature da valutare.

Bisognerebbe fare una riflessione sulle opportunità che esse potrebbero dare al minore. Da un lato, non si può escludere che potrebbero permettere a dei bambini di trovare una famiglia, dall’altro l’adozione potrebbe non finalizzarsi o essere problematica.

La proposta è quella di pensare alle vacanze a scopo adottivo come una possibilità non certo una prova soddisfatti o rimborsati, un approccio all’adozione differente. Ciascun individuo, come ciascuna coppia, ha una struttura e delle caratteristiche differenti. Sarebbe bello pensare che le coppie arrivino pienamente consapevoli, completamente certe delle loro prospettive adottive ma non è cosi, spesso i bambini grandicelli sono pensati come abbinamenti impossibili per mancanza di “confidenza” con il loro mondo o per paura. L’attenzione deve però essere totalmente rivolta al bambino nell’ottica di dargli una possibilità che lo tuteli maggiormente, non che lo esponga, e tutto questo dipende dalla serietà e dalla professionalità con cui un progetto viene implementato.

 

Un saluto

Lisa Trasforini

Psicologa di Ai.Bi.