L’approvazione di una “legge a metà”: gli orfani vittime di femminicidio alla ricerca di una tutela completa!

Con l’approvazione finale alla Camera del Senato della legge che tutela gli orfani di femminicidio, sorgono le prime criticità nella sua applicazione: sanità, assistenza, specificità dei casi e sostegno economico alle famiglie affidatarie sono ambiti che fanno discutere.  
orfani di femminicidio

Non è tutto oro ciò che luccica: un vecchio proverbio ma non una vecchia verità!

Dopo il via libera dall’Aula del Senato al disegno di legge che tutela gli orfani di femminicidio, le prime lacune del testo non tardano a far sentire i loro effetti. Le riassumono Agnese Allasia e Giovanni Paolo Cornata, zii affidatari di due orfani di femminicidio, in una lettera pubblicata sul quotidiano “LaStampa“.

La legge sugli orfani vittime di crimini domestici, approvata dalla Camera a marzo 2017 e, dopo un anno di arresto, anche al Senato, è sicuramente una “conquista civile” ma, dicono gli zii, una vittoria a metà.

È una legge lontana dalla Convenzione di Istanbulcarente dal punto di vista assistenziale: l’assistenza è infatti “ridotta” al Servizio Sanitario nazionale non prevedendo una scelta tra pubblico e privato.

L’incremento di 2 milioni di euro del fondo di solidarietà, destinati per borse di studio e inserimento lavorativo, risulta inoltre insufficiente per i 1.600 orfani stimati; manca inoltre, nel testo di legge, la specificazione nei decreti attuativi della situazione degli orfani speciali, casi di “singolare” affido. Un’altra lacuna della legge riguarda il sostegno economico alle famiglie parentali e/o affidatarie: le discrezionalità territoriali puntano i riflettori sulla mancanza di una eguale tutela per tutti gli orfani che, se residenti in un determinato territorio, rischiano di vedersi quasi declassati ad uno stato inferiore.

I grandi passi avanti fatti con l’approvazione del testo di legge lasciano tuttavia ancora delle perplessità sulla “giustizia” della sua applicazione, che la rende, di fatto, una legge a metà.
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