L’eternità dell’affido: il 50% degli affidi dura più di quanto prevede la legge

foto-affidoNei giorni scorsi, la Ministra della Giustizia Annamaria Cancellieri ha preannunciato la volontà di costituire una commissione per valutare se la legge sulle adozioni e sull’affidamento abbia bisogno o meno di un aggiornamento. Basta aprire un qualunque blog di discussione per capire quanto, su questo tema, si intreccino un mare di sentimenti, di amore, delusione, incertezza, paura, speranza, rabbia, frustrazione, fratellanza e sorellanza, disponibilità, disorientamento, furbizia, di giustizia e di senso di ingiustizia per non avere le risorse economiche richieste…

Dopo aver fatto i conti (non facili) con se stessi, bisogna confrontarsi infatti con un contesto dove la prima sfida da vincere non è capire se si potrà essere dei buoni genitori adottivi o se si ha il carattere giusto per essere un genitore affidatario (sono due situazioni molto differenti), ma trovare l’iter corretto da seguire. Nonostantela buona volontà di molti, esiste una specie di palude dentro la quale molte coppie e molti bambini/e e ragazzi/e finiscono per cadere. Va detto che questo succede spesso in quei settori dove è difficile dare una voce comune a interessi di singoli, e accade in modo maggiore dove gli interessi da difendere sono quelli dei più deboli, come i minori e gli anziani.

Ora ci stiamo interrogando su come portare più in evidenza queste voci, soprattutto oggi che i tagli alla spesa sociale rendono critica la situazione. La legge dice che un minore ha «il diritto di crescere ed essere educato nella propria famiglia». Per chi, però, sia privo di un ambiente familiare idoneo ha previsto la possibilità che sia accolto da una famiglia (anche un singolo) o da una comunità. Sono quasi 30mila i minori “temporaneamente” fuori dalla famiglia di origine, secondo l’ultima indagine dell’Istituto degli innocenti di Firenze, nel 37% dei casi per inadeguatezza genitoriale. Pochissimi, però, sono in stato di abbandono.

L’affido familiare è aumentato negli ultimi 10 anni per i minori italiani, mentre gli stranieri, nonostante siano cresciuti di numero, sono più facilmente accolti dalle comunità perché solitamente più grandi (fino ai sei anni nella stragrande maggioranza dei casi si ricorre all’affido, dopo sempre meno fino ad arrivare al 18% tra 14 e 17 anni). Ma alcuni dati devono far riflettere: quasi il 50% degli affidi dura più dei due anni massimi previsti (rinnovabili dal tribunale) rispetto al 10% di chi è ospitato in comunità; chi è in affido, inoltre, incontra meno spesso di chi è in comunità i propri genitori. «Spesso sono delle adozioni di fatto», dice Enrico Moretti, lo statistico che si è occupato dell’indagine, «sicuramente questo è uno dei temi più sentiti e su cui occorre ragionare». È venuto il momento di iniziare a parlarne.

 

Fonte: Corriere.it