Libro. Ai.Bi: “‘Govindo. Il dono di Madre Teresa’: è una storia d’amore vera e pura”.

madre teresaÈ il racconto di un dono, di quelli che non ti aspetti, che assomigliano a un complotto perché ti cambiano la vita. È un libro che bisogna avere il coraggio di leggere fino in fondo, anche se fa male, la commozione che prende allo stomaco. Si intitola “Govindo”, che è il nome di un bambino, di quelli più reietti, quelli che nessuno vuole. E poi subito nella riga sotto il titolo c’è la spiegazione: “Il dono di Madre Teresa”. L’ha scritto Marina Ricci, giornalista del Tg5, che quel dono ha accettato di portare con sé, senza tante domande, perché la Provvidenza stabilisce il percorso della vita e le sue coincidenze, piano di Dio, per chi crede.

Un libro che si legge tutto ‘d’un fiato’ – dice Irene Bertuzzi, amministratore delegato di Ai.Bi – e, come dice Enrico Mentana nella Premessa, è una storia d’amore vera e pura”.

Cosa spinge Marina, madre di quattro figli – continua Bertuzzi  – a mettersi sulla strada dell’adozione? Perché adottare Govindo, bambino abbandonato e anche disabile”.

 “Perché lui, proprio lui? – si chiede – Bisogna entrare nei pensieri e nell’anima di Marina per trovare la risposta. Fin da subito Govindo con il suo essere, i suoi occhi e le sue mani, è entrato a far parte della vita di Marina”. Ci sono voluti quasi due anni  perché l’adozione venisse conclusa.

“In tutto questo tempo mille sono stati gli interrogativi che  – continua – hanno ‘martellato’ Marina; mille sono stati i dubbi. Ma poi, soprattutto c’è stata la fede, la convinzione che Madre Teresa avesse tessuto la trama per portare Marina a Calcutta ad incontrare il suo quinto figlio”.

I dubbi e le incertezze sono alla fine cadute per far spazio all’amore senza riserve verso Govindo.

“Il marito ed i figli si sono lasciati travolgere da questo amore che – precisa Irene Bertuzzi – li ha portati, ciascuno a modo suo, ad innamorarsi di Govindo”.

E così il bambino abbandonato e reietto è diventato un dono per tutti.

 “Questa è davvero una storia di puro amore – concludee di affidamento nelle mani di Dio. Un libro da leggere, meditare e diffondere”Marina Ricci, l’autrice del racconto, è sincera quando narra e nel libro c’è tutto, senza indulgere ad alcun sentimentalismo, ci sono il dramma e la gioia, la luce e l’oscurità, l’entusiasmo e la paura. Soprattutto c’è Govindo, che ha capito di essere amato e voluto e anche curato. Fino all’eroismo, perché questa è la parola più adatta per descrivere ciò che Marina e i suoi hanno fatto.

Marina commenta: “Potrei dire che è stato Govindo ad adottare noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di aiuto, che siamo poveri”. È amore puro, senza se e senza ma, si direbbe con un linguaggio più politicamente corretto. L’amore non si deve fare tante domande e soprattutto non può mettersi a cercare risposte tutte e solo razionali.

Così come Madre Teresa si definiva la matita di Dio, si potrebbe dire anche che Govindo è diventato una matita che ha scritto le pagine della famiglia di Marina e ha sbaragliato ogni ragionevolezza ordinaria.