Ma chi si preoccupa dei bambini che scoprono brutalmente di essere stati adottati?

Ho letto un vostro vecchio articolo sulla ricerca delle origini. Personalmente ritengo che parlare di adozioni non sia facile. Io sono stata adottata, e vivo la questione tutti giorni sulla mia pelle. Quel che vedo è che tutti hanno lo sguardo puntato sui genitori adottivi, dei quali viene elogiato il gesto. Nessuno si preoccupa di cosa ha bisogno un bambino che scopre magari brutalmente di essere stato adottato.

Giovanna

 

TRASFORINI

Cara Giovanna,

ha ragione nel sostenere che nelle adozioni il ‘protagonista’ è e deve restare il bambino, con le sue necessità e i suoi bisogni e la sua specifica sensibilità.

Ogni adozione è a sé, ogni figlio adottivo deve vedere rispettato il suo diritto alle origini ma le modalità con cui ciò deve essere garantito dipendono da molti fattori, la gradualità e la trasparenza nella relazione sono fondamentali e devono essere vissuti e respirati da tutti i bambini sin dalla più tenera età.

Questo argomento mette spesso comprensibilmente i genitori in una condizione di ansia e di incertezza, è per questo da sempre Amici dei Bambini sostiene la necessità di accompagnare le coppie anche dopo il rientro a casa. Non è marginale il modo in cui le famiglie affrontano con i figli adottivi la loro adozione.

Potrebbe sembrare più difficile parlarne a figli adottati in tenerissima età, mentre i bambini più grandicelli, possono raccontare loro stessi la vita negli istituti. In ogni caso nessuno dovrebbe scoprire ‘brutalmente’ la verità sulla propria storia.

Quello che i genitori prima e i figli dopo dovrebbero assimilare è che l’adozione è un atto ‘naturale’ d’amore che fa incontrare due bisogni: quello di un bambino abbandonato di avere una mamma e un papà e quello di due genitori che desiderano accogliere il destino di un figlio. Solo così l’adozione verrà ‘metabolizzata’ nel giusto modo dai più piccoli. I quali certo dovranno fare i conti con il buco nero delle proprie origini, ma questo dolore sarà reso meno amaro dalla certezza di essere stati amati da due genitori che non li hanno partoriti, ma li hanno desiderati, voluti e attesi.

Lisa Trasforini

Equipe Psicologica di Ai.Bi.